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Corrado Augias, la provocazione con la Gruber: "Poi lei mi dice radical chic"

Claudio Brigliadori
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 «Poi lei mi dice radical chic...». A Otto e mezzo Corrado Augias lancia una battutina un po’ stizzita e Lilli Gruber la risolve con una risata. Il giornalista decano del salottismo progressista su carta stampata (e in tv, dove ha trascorso una vita in Rai prima di passare a La7) ha sciorinato tutto il campionario. Da Ignazio La Russa fascista («Si sa che è imbarazzato su questo tema perché ci gira intorno, lo affronta in maniera obliqua») all’Europa buona da cui saremo, ovviamente, esclusi («Ci tagliamo fuori dal grande gioco, quello accanto alle grandi potenze, difendendo i nostri interessi ma con loro, soprattutto le grandi potenze come Francia e Germania. Mi fa pena per la presidente del consiglio che non riesce a decollare ma anche per noi perché è pericoloso»).

Dal palco reale della Scala alle aule riservate di Bruxelles, in fondo, tutto è un po’ salotto, appunto. Figurarsi le reazioni quando qualcuno lo mette a soqquadro. «Voglio solo chiedere una cosa sul generale Vannacci», azzarda la Gruber. «Ne vale la pena?», ribatte Augias.

 

 

«Sì - insiste la padrona di casa -. Vale la pena parlarne per due motivi. La Lega ha detto che “se vuole è il benvenuto'” - ricorda la conduttrice -. E lui ha fatto una intervista sul Fatto e tra le altre cose ha detto che “una buona fetta della società si ritrova nelle cose che scrivo”». Messo spalle al muro, Augias ha dovuto riconoscere che se davvero Vannacci si candiderà alle europee «prenderà molti voti» perché «interpreta una parte della pancia del Paese, quella che Prodi avrebbe definito come “meno riflessiva”, ecco". Ovvove. «Lui è come loro, si sentono simili, si piacciono, si votano. Se Vannacci si presenta, come molto probabile, avrà molti voti, sarà eletto e ci rappresenterà in Europa». Chiudete a chiave il salotto. 

 

 

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