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Garlasco, "Chiara Poggi gettata dalle scale. Si fermano a guardarla"

di Roberto Tortoralunedì 29 dicembre 2025
Garlasco, "Chiara Poggi gettata dalle scale. Si fermano a guardarla"

2' di lettura

Capire quante persone ci fossero sulla scena del crimine è uno dei passaggi fondamentali del caso Garlasco. Se ne discute a Zona Bianca, programma di attualità e approfondimento condotto da Giuseppe Brindisi e realizzato in collaborazione tra Videonews e Tg4. In studio c’è la criminologa Simona Ruffini spiega come questo dettaglio importantissimo può essere accertato.

"La dinamica in cui sono coinvolte più persone ce la dirà la BPA, ma insieme al responso della professoressa Cattaneo, perché la BPA da sola non ci dice quante persone sono sulla scena di un crimine. Mi rimanda un'immagine molto inquietante, più persone che si accaniscono su Chiara probabilmente, con più armi e che poi la gettano dalle scale con qualcuno che si ferma a guardare. Quel gesto non è funzionale all'omicidio, è una scelta. I moventi, ricordiamolo, non sono soltanto pratici, economici, politici, su commissione, sono anche psicologici, ci sono dei moventi d'odio, di rabbia, ci sono anche dei moventi sadici. Quante volte non si riesce a risolvere un crimine, poi si trova l'assassino che ti dice ‘volevo sapere cosa si prova ad ammazzare’. Non lo so, non sto parlando assolutamente dell'indagato, ma di un'ipotesi di un gioco crudele, sadico, con quel gesto con cui Chiara viene gettata per le scale".

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Replica e addensa nubi Vittorio Fineschi, ordinario di medicina legale alla Sapienza di Roma: "Il dato importante è che al momento il caso, dal punto di vista medico-legale, è tutto da riscrivere, perché non abbiamo epoca di morte. L'unica cosa certa è la causa di morte, ma non sappiamo il mezzo, quindi in pratica c'è un grande scenario che deve essere dipinto e per dipingere e per anche non sfumare i contorni, la Bpa è un dato importante. C'è un'impronta in più, c'è un'impronta, non possiamo dire al momento se c'era un'unica persona o se ce ne fossero due, non possiamo dire se è un unico mezzo allo stato o se fossero due e conseguentemente non possiamo neanche restringere il campo e dire che quell'epoca di morte va catalogata in quei pochi minuti, perché non abbiamo gli strumenti".

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Si aggiunge, infine, anche il parere di Ugo Ricci, uno dei genetisti più conosciuti e affermati d'Italia che si sofferma sul campione di sangue prelevato dal muro: "Su questo reperto così importante sono state fatte una serie di attività che probabilmente potremmo collegare anche a uno dei tanti errori delle investigazioni. È stata fatta un'asportazione dall'intonaco, grattandolo, e questo reperto è stato poi sottoposto a un accertamento del DNA, il cui risultato è stato un risultato di inibizione, che dal nostro punto di vista vuol dire che il campione grattato dal muro non ha consentito di determinare se ci fosse DNA, se fosse effettivamente sangue. Quella procedura era corretta? Evidentemente no, perché una procedura corretta avrebbe richiesto l'asportazione non per grattamento, ma per assorbimento attraverso un cotton fioc, per esempio".

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