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Biasin: "Neanche una vittoria agli Europei può salvare l'Italia"

Il ct della Nazionale Cesare Prandelli

Tante analogie con il 2006: come allora confidiamo nella vittoria ma la verità è che viviamo in un Paese di furbetti senza speranza

Giulio Bucchi
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Il più sano c'ha la lebbra a pustole nella sua forma più letale. Anzi no, la scabbia norvegese. Però sapete che c'è? Chi se ne frega! Alziamo i calici fratelli d'Italia! Brindiamo! Perché si sa, noialtri siamo i più bravi a stare a galla nella merda e proprio quando la narice sta per impattare col liquame, in quell'esatto momento diamo il meglio e magari vinciamo coppe e coppette. Così è successo nel 2006 e tutti quanti siam qui a fare gli indignati ma neanche troppo: se gli azzurri presi a calci nel deretano si ribellano come sei anni fa, l'1 luglio si finisce in piazza a scoppiare i mortaretti. E allora riproviamoci, e pazienza se qualcuno all'estero si permette di alzare il dito per farci notare che sì, magari in campo siamo i più bravi, ma a furia di inanellare figure di fango abbiamo la fama dei luridi e mafiosi a prescindere.  I più furbi di tutti - Che poi analizzando la faccenda non riusciamo francamente a capire se siamo i più sozzi, o semplicemente abbiamo le procure più assetate di giustizia al mondo. Forse tocca banalmente unire gli estremi e comunque il risultato è sconfortante: gli italiani sono un popolo di brave persone, ma troppo spesso i fatti dicono che non è così. Recita il proverbio: «L'occasione fa l'uomo ladro» e la verità è che da noi la faccenda è automatica. Cioè, se ti cadono cinque euro dalle tasche di sicuro quello dietro di te se le infila nel portafoglio alla faccia tua che sei fesso e per questo devi crepare.  Un principio darwiniano al sapor di pizza che ci permette di sopravvivere alla grande nei momenti di crisi come questa (noi mica finiamo come quei pisquani dei greci), ma che ci fa vergognare assai quando dobbiamo spiegare perché da noi la legge del più furbo (o presunto tale) regna sovrana.  Quindici anni fa le scommesse pallonare erano proibite da questa parte delle Alpi, al massimo potevi sognare con la schedina. Poi abbiamo capito che legalizzare le puntate avrebbe portato quattrini a pioggia e ci siamo buttati a pesce nel barattolo della Nutella. Il problema è che in automatico anche la malavita ha pucciato il dito e mica solo quella di casa nostra, ma anche quella asiatica, quasi sapesse che nello Stivale c'è da mangiare e da bere per tutti.  Da ieri sappiamo con certezza che il calcio è marcio come una soffitta abbandonata, ma ora tocca fare i conti con un'altra serie di questioni ridicole. 1) La procura di Cremona ha lavorato molto bene, ma ci ha detto ad alta voce che si deve fermare perché non ha le forze necessarie per proseguire le indagini. 2) Nel bailamme Scommessopoli sono coinvolte altre due procure: quella di Bari e quella di Napoli. In un Paese normale ci si verrebbe incontro secondo i principi della buona educazione: io aiuto te, tu aiuti me. Da noi vince la becera gelosia, neanche fossimo a un raduno di zitelle. E allora si studiano i giorni per uscire con gli scoop: ieri è toccato a Cremona, poi ritoccherà a Bari e prima o poi arriveranno bombe e bombette pure da Napoli.  Nessun pudore - Tutto nella norma e alla faccia di Palazzi, procuratore sportivo che prima o poi dovrà dirci a che stagione pallonara assisteremo tra squalifiche e penalizzazioni. Con calma però, che prima c'è da vincere l'Europeo in Polonia, e pazienza se ci diranno «italiani spaghetti e mandolino», l'importante è far vedere agli altri che ce l'abbiamo più grosso. Come all'età della pietra. di Fabrizio Biasin  

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