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Milan, mistero Kalinic: titolare la punta che segna meno di tutte le altre

Andrea Tempestini
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Qual è il centravanti più prolifico in questa stagione tra quelli convocati per Milan-Torino? André Silva, autore di otto gol finora. Il secondo? Cutrone, che con sette centri batte il compagno nella media realizzativa (una rete ogni 119' contro i 124' del portoghese). Belli, giovani, affamati e panchinari. Perché in campo ci andranno Kalinic per il Diavolo – appena tre centri finora, nonostante il posto da titolare fisso e 900' in campo – e Belotti per i granata. Forse il problema è proprio questo, perché a metà estate il Gallo era il primo obiettivo dei rossoneri per completare un mercato da sogno. Ma il bomber azzurro era anche mister 100 milioni: tanto lo valutava Cairo che respinse al mittente gli 80 milioni tra cash e contropartite offerti da Fassone e Mirabelli. Nel vertice di Bormio del 20 luglio fu sancito il patto di ferro tra il patron del Toro e l'attaccante azzurro: un altro anno insieme per continuare a sognare e arrivare al Mondiale nelle migliori condizioni. La Russia nel frattempo è diventata solo un rimpianto, mentre Belotti arranca a quota cinque gol stagionali (ma due sono arrivate in Coppa Italia), vittima di problemi fisici e non solo che sono costati al Torino una partenza ben lontana dalle ambizioni stagionali. Nelle stesse acque naviga il Milan, che alla fine si è accontentato dell' «utile» Kalinic rinunciando agli altri grandi nomi. Il risultato? La Champions è giù perduta, e ieri persino il Bologna ha superato i rossoneri in classifica. «Ma se prendi un gol come quello di giovedì e poi vinci 5-1, vuol dire che il vento è cambiato», assicura Montella pronto a scendere in campo alle 15 con l'ennesima formazione diversa: torna Rodriguez dal 1' dopo la bella serata con l'Austria Vienna, spazio a Montolivo. In avanti, riecco Suso-Bonaventura dietro appunto al croato. Si riaccomodano in disparte l'acquisto del futuro (38 milioni) e il gioiello cresciuto in casa, che continuano a stupire e segnare in Europa League, cercandosi e dialogando pur con gli immancabili limiti di adattamento ed età. In campionato non c'è spazio per loro: appena tre da titolare per il portoghese che cerca ancora la sua prima firma in A. Appena 95' in campo per il comasco negli ultimi due mesi, sempre ai margini dal 22 ottobre (0-0 col Genoa). L'Aeroplanino spera che basti per mantenere la media-gol con le piccole – 15 fatti su 19 totali –, i problema è capire se il Toro vorrà sentirsi tale a San Siro: «Tra le altre squadre è quella più attrezzata, ha giocatori forti e un buon allenatore», assicura Montella. «Andrè Silva ha giocato la metà delle partite da titolare come Cutrone. Sono due giocatori importanti per il presente, ma ancora di più per il futuro. Kalinic è più esperto». Una scelta di coerenza da parte dell'allenatore, ma che potrebbe costargli il suo di futuro. Ad aumentare i rimpianti da ambo le parti ci pensa Mihajlovic che accarezza l'idea di rispolverare Niang al posto di Iago Falquè (il miglior marcatore dei granata, sei reti). Il francese finora è stato il grande «bidone» rifilato dai rossoneri, quasi una vendetta involontaria per il no a Belotti (prestito con obbligo di riscatto per 20 milioni). «Ottenni il massimo dalla squadra che avevo a disposizione», mastica ancora amaro l'ex Sinisa che nelle prime 13 giornate del 2015/16 aveva totalizzato 20 punti, uno in più di oggi. «Se hanno cambiato nove undicesimi tranne Donnarumma e Romagnoli, che ho portato io, qualcosa vorrà pur dire». di Francesco Perugini

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