Donnarumma, Ronaldo, Cassano e la maglia dei "traditori": quella con il numero 99
Gratta gratta, stai a vedere che è tutta colpa degli interisti, 'sto pasticciaccio brutto di Donnarumma. Una maledizione, un anatema scoccato in direzione degli odiati dirimpettai, un incantesimo che ha a che fare con una maglietta, la 99. Oggi, lo sappiamo, sulle larghe spalle del "vessato" portierone rossonero: ma nel 2007, inaugurata in casa milanista nientemeno che da Ronaldo, sbarcato in rossonero dal Real Madrid tra gli insulti dei suoi ex innamorati nerazzurri, traditi per la seconda volta dal Fenomeno ingrato. Ricordate? Lui tutto sorrisi (e già una discreta panza) e le bocche bauscia fonte inesauribile di improperi, invettive, fischi e fischietti, intesi come quelli procurati dalla Curva Nord (leggi Massimo Moratti) a tre quarti di stadio interista perché sibilassero impietosi a ogni tocco di palla dell' idolo decaduto nel derby di quella primavera. Ovviamente Ronaldo segnò (gol del parziale vantaggio milanista, poi ribaltato da Ibra e Cruz nella ripresa), e a quel punto tutto fa pensare che quel torrente di veleno interista abbia magicamente trasformato quel numero di maglia nella matrice rossonera dell' ingrato, del traditore, del voltagabbana. Perché tra il Ronie di allora e il Gigio di oggi, c' è stato pure il Cassano, piovuto al Milan nel gennaio 2011 tra grandi parole d' amore alla Moccia («più su del Milan c' è solo il cielo») salvo poi andarsene nel consueto vortice polemico un anno e mezzo dopo, e proprio all' Inter: peccato che in mezzo, oltre a uno scudetto e a una Supercoppa Italiana entrambi strappati dal Milan ai concittadini, ci sia stato uno scherzo del cuore che poteva costare caro, e che è rimasto solo un brutto ricordo anche grazie alla prontezza del medico rossonero di allora (il dottor Tavana), all' assistenza di tutto il club che ha poi accompagnato il barese al ritorno in campo. In cambio, al momento dell' addio, una compilation di sgradevoli e sguaiate considerazioni verso Galliani e la società: e a ogni ritorno nel San Siro rossonero, anche i settori "normali" del pubblico si sono idealmente uniti al messaggio della curva al già numero 99, numero che nella smorfia napoletana legata al lotto non esiste, ma a questo punto potrebbe essere tranquillamente sostituire il 71, genericamente abbinato all' omm' emmerd. E ora Donnarumma, l' enfant prodige con il Milan addosso che sembrava avere riscattato quella divisa controversa, e invece. A questo punto, se tutto finirà con un prevedibile divorzio, al Milan quella maglia conviene ritirarla: e dato che il 99, tra l' altro, riporta all' anno di fondazione del club, il 1899, l' idea potrebbe essere quella di assegnare per sempre il numero a Herbert Kilpin, l' inglese che diede il via al mito del Diavolo. Perché i papà, si sa, non tradiscono mai i loro figli. di Andrea Saronni