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Mauro Icardi cessione: da Pirlo a Carlos, i giocatori venduti contro la loro volontà diventati campioni

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Caterina Spinelli
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La storia del calcio è piena di giocatori ceduti contro la loro volontà che poi hanno dimostrato alle società "traditrici" quanto si sbagliavano, e sono diventati campioni altrove. Con sommo disappunto, per non dire di peggio, di quegli "illuminati" dirigenti che se ne erano disfatti. Mauro Icardi, testardo, continua nella sua pervicace guerra contro l' Inter per restare all' Inter (oggi in campo a Cagliari per un match importantissimo, Conte porta anche Sanchez), come ignorando che, a 26 anni, nel pieno della maturità calcistica, la ripicca la fa in primis a se stesso. Che sia teleguidato o meno, ha poco valore, a questo punto. L' argentino, che si dichiara da mesi tifoso dell' Inter, avrebbe da mettere a frutto proprio la storia nerazzurra, ricca di esempi di svarioni gestionali ai danni di illustri calciatori (i quali alla causa pallonara hanno dato ben di più di lui) che hanno vissuto lo stesso destino di sfrattati, per poi esplodere altrove. Gli ricordiamo pochi casi ma efficaci. Roberto Carlos nel 1995 fu venduto al Real per 7, ridicoli miliardi: Hodgson convinse Moratti che il brasiliano non sapeva difendere, e infatti a Madrid è diventato uno dei più forti terzini sinistri di sempre. Andrea Pirlo ha subito due volte l' onta dell' esubero. Prima dalla solita Inter che lo cedette al Milan dove ha fatto la storia; poi per mano dei rossoneri, i quali, ritenendolo finito, lo spedirono alla Juve. Dove ha rifatto la storia. Anche Clarence Seedorf si fece parecchio desiderare, quando l' Inter lo cedette al Milan nel 2002 (scambio con Coco): non era convinto, in rossonero è diventato il Professore. E, visto che si parla di numero 9 nerazzurro, che dire di Samuel Eto' o? Nel 2010 fu costretto a salutare il Barça degli alieni per far posto a Ibra, come contropartita nello scambio con l' Inter. A Milano si è vendicato dei catalani e messo in bacheca un altro Triplete . LA CAUSA Intanto, però, l' attualità parla di carte bollate. Va spiegato che Icardi non ha denunciato l' Inter, ha presentato un' istanza al Collegio Arbitrale che, se accolta, può tramutarsi in un' azione legale. Come spiegato dall' avvocato a cui si è affidato, Giuseppe Di Carlo, «la richiesta di denaro (pari al 20% dello stipendio lordo, ndr) è un atto dovuto per completezza della documentazione». Ma, proprio perché non è ancora una causa legale, tutto può chiudersi con una cessione a un altra squadra, poiché «non ci sarebbero più le condizioni per procedere». Nei documenti inoltrati venerdì mattina alle 10, Di Carlo fa leva sull'«assenza di valide ragioni» affinché a Icardi venisse tolta la fascia da capitano, oltre a recriminare l' esclusione del giocatore «da ogni iniziativa pubblicitaria e/o di marketing e/o di promozione che riguarda l' FC Internazionale», essendo escluso dalle foto della nuova stagione. Un forte accento è posto anche sull' esclusione di Icardi dalla chat organizzativa di gruppo, oltre che dalla rosa nerazzurra, «probabilmente con la maldestra finalità di "spingerlo" al trasferimento». Vi è poi un lungo elenco di episodi circa la presunta esclusione dagli allenamenti dopo diverse riunioni in cui la società ha ribadito la linea di non reintegrarlo nel progetto, ricevendo in risposta la decisione di voler onorare il contratto in scadenza nel 2021. A sostegno della richiesta dell' avvocato, la documentazione di 13 pagine cita precedenti simili a quello di Icardi ("Puggioni vs Chievo" e "Albertazzi vs Verona") che stabilirono come «partecipare ad allenamenti e preparazione con la Prima Squadra», siano un diritto. Tutto verrà deciso dagli ultimi due giorni di mercato: l' addio - si parla di Atletico o Valencia - calmerebbe le acque; la permanenza scatenerebbe una tempesta legale. E dire che nella scorsa primavera questa eventualità fu scartata da Wanda Nara, quando per risolvere la questione si avvalse dell' aiuto dell' avvocato Nicoletti, molto vicino ai Moratti, sperando che tutto sarebbe rientrato. di Filippo M. Capra e Tommaso Lorenzini

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