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Calcio, campionato a fine ottobre: l'idea intelligente del presidente del Nizza

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Il problema del calcio - se ripartire e, nel caso, quando e come farlo - è un dubbio che riguarda tutte le grandi federazioni. Converrebbe allora cercare una soluzione unica e condivisa. Ad esempio, quella del presidente del Nizza, Jean-Pierre Rivère, lanciata sul tavolo nei giorni scorsi in un' intervista a Nice-Matin. Una proposta azzardata ma sensata, perché a differenza delle altre trasforma un problema in un' opportunità. Piuttosto che avere fretta di ricominciare, sostiene Rivère, prendiamoci tutto il tempo necessario. Non è detto che sia perso, anzi: «Proviamo a dare coerenza ai prossimi tre anni, che porteranno al Mondiale 2022». Quest' ultimo si svolgerà dal 21 novembre all' 8 dicembre e obbligherà ad una sospensione dei campionati. Allora «perché non adattarsi a questa competizione già oggi»?

Le Federazioni hanno tutto il tempo per riorganizzarsi, sia per le deroghe («Ci siamo già attivati con la Uefa e la Fifa per sforare il 30 giugno: l' ipotesi è ripartire a maggio e chiudere il 30 luglio», spiega il presidente federale Gravina a Sky Sport) che per i calendari. Ripensandoli "alla Rivère", risulterebbero così: «Finiamo i campionati a ottobre o novembre. Ripartiamo a febbraio 2021 con i prossimi, con la pausa in estate, e lo stesso facciamo per il 2022, finendo prima del Mondiale in Qatar». Le soste invernali di metà stagione diventerebbero estive, «nelle prime due settimane di agosto», ad eccezione del 2021: è l' unico appunto da muovere al presidente del Nizza perché l' Europeo è già stato rimandato al prossimo 11 giugno, durerà un mese ed è necessario adattarsi.

Ma per il resto, tutto fila. Il nuovo formato darebbe tempo a tutti i Paesi «di regolare l' aspetto sanitario», quindi al calcio di «evitare partite a porte chiuse» e ai tifosi di «ripristinare la loro situazione finanziaria» in vista dei nuovi abbonamenti. Che sarebbero anche più appetibili, dal momento che «si ridurrebbero le partite in inverno». Viene da ribadire che, piuttosto che litigare - il portavoce della Lazio, Diaconale, ha accusato Juve, Inter e le squadre in lotta per la retrocessione di «voler fermare il campionato per interesse» - in Lega potrebbero approfondire tutte le proposte, anche quelle più creative e irrealizzabili, che magari lo sono solo in apparenza.

LE RICHIESTE AL GOVERNO
Nel frattempo, Gravina ha radunato in videoconferenza i rappresentati del calcio italiano: i presidenti delle leghe, Dal Pino (A), Balata (B), Ghirelli (Lega Pro), Sibilia (Dilettanti); dei calciatori, Tommasi; degli allenatori, Ulivieri; degli arbitri, Nicchi. Non si è parlato di calendari perché restano una questione interna, si sono semmai raccolte le richieste economico-finanziarie "urgenti" da inviare al Governo: il riconoscimento dello stato di crisi, il differimento o la sospensione di canoni e scadenze, l' estensione della cassa integrazione ai lavoratori non sportivi e ai calciatori di B e C con contratto sotto i 50mila euro (per quelli di A è un discorso a parte) e la proroga delle concessioni degli impianti. In più, per le prossime settimane, la Figc si è riservata di chiedere modifiche al Decreto Dignità (su tutte, una deroga alle sponsorizzazioni delle aziende di scommesse per 12 mesi, altrimenti proibite) e di istituire un "Fondo Salva Calcio" per garantire liquidità ai club.

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