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Andrea Pirlo, Mario Sconcerti e il vero limite della Juventus: "La fisarmonica e il carattere del mister"

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Mario Sconcerti difende l'allenatore della Juventus, Andrea Pirlo. "Non ha avuto una grande squadra. Anche la Juve si è trovata davanti i limiti posti da una pandemia a tempo indeterminato che le ha già fatto perdere un quarto del fatturato. Investire diversamente era impossibile, si è inventata un mercato di idee sostituendo le uscite secche degli acquisti con architetture di prestiti che allungavano le rate", è l'introduzione del commento sul Corriere della Sera del giornalista che analizza i problemi strutturali e societari del club bianconero.

 

 

"La cosa migliore della Juve a me è sembrata proprio Pirlo. Le circostanze hanno limitato le scelte della società, Pirlo ha tentato di rovesciare il problema inventandosi una serie di soluzioni quasi senza precedenti.  A Pirlo è stata data una squadra incompleta e sbagliata. Senza il tempo di provarla, sempre sola davanti al risultato. Pirlo ha inventato Danilo centrale e perfino Alex Sandro stopper di sinistra. Ha provato tre difensori più Cuadrado, poi Bentancur più Rabiot, poi una terza linea con Ramsey e Chiesa, infine la linea dei due attaccanti. Cioè 3+1+2+2+2: questo è calcio nuovo, con spazi diversi, a fisarmonica, forse da correggere, ma è nuovo", spiega Sconcerti dando risalto alle qualità di tattico e stratega di Pirlo.

 

 

 

 

Per Sconcerti nella Juventus c'erano, "limiti di nascita non portati dall'allenatore. Pirlo ci ha lottato contro e trovato idee per chiudere i danni. Ha fatto perfino esordire quattro ragazzi: quando mai era capitata una necessità del genere? La vera domanda su Pirlo non è tecnica, è di carattere. Pirlo è un silenzioso, tende a non mettersi nel mondo degli altri. I suoi amici ex calciatori mi dicono che nel privato sia simpatico e di parola fresca, ma insegnare agli altri comporta una stima degli altri che forse Pirlo non ha", conclude Sconcerti rimarcando così l'unico difetto del tecnico bianconero che forse ha pesato sulla stagione non esaltante della Vecchia Signora.

 

 

 

. Viene da un altro mondo. Mi ricorda Paul Dirac il più grande fisico-matematico del secolo scorso, un numero dieci sulla linea di Einstein: una volta uno studente alzò la mano e disse di non aver capito, ma lui continuò a spiegare. Lo studente disse che non aveva avuto risposta. Dirac rispose che la sua non era stata una domanda. E proseguì.

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