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Euro 2020, la variante-Marco Verrati: pronto al rientro con la Svizzera, come cambia l'Italia di Mancini

Fabrizio Biasin
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Eccoci qui a parlare di Marco Verratti, azzurro agli Europei. Marco Verratti è nel gruppo dei 26 convocati di Mancini solo perché è fortissimo; se fosse solo "forte", il ct lo avrebbe lasciato a casa e sostituito con qualcun altro. Ma lui no. Per lui si può fare un'eccezione, perché è fortissimo. Se non siete d'accordo e pensate «sì, beh, non è mica Pirlo», sappiate che Mancini non è d'accordo con voi. E neanche Pochettino, suo tecnico al Psg. E neanche tutti quelli che lo hanno allenato. E neanche De Zerbi che non lo ha allenato ma «se potessi scegliere un qualunque giocatore da cui partire per costruire una squadra, sceglierei certamente Verratti» (intervista a Libero di un paio d'anni fa).

 

 

 

E, soprattutto, piace allo sceicco dei parigini che lo riempie di milioni, cosa che fa con tutti ma con lui anche più volentieri, pare che sia il suo cocco. (Marco Verratti ha anche una fidanzata, Jessica Aidi, che è qualcosa di impressionante, detto in senso buono, e questo con il pezzo non c'entra nulla, ma andava scritto). Marco Verratti è convalescente, sta recuperando da questa lesione del collaterale mediale del ginocchio che lo ha azzoppato a due passi dall'Europeo. Il ragazzo però è a un passo dal rientro, si è già allenato con gli azzurri e, insomma, ci sono speranze di vederlo in campo già a partire dalla partita di mercoledì con la Svizzera (ore 21 all'Olimpico), anche se solo per uno spezzone. E voi direte: «È il caso di occupare tutto questo spazio per trattare di un giocatore che l'altra sera non c'era? Cioè, gli azzurri hanno fatto benissimo anche senza di lui!».

 

 

Sì, è il caso. Il motivo è semplice. Tra breve arriveranno quel tipo di partite che con un giro di parole definiremo «con i contro cazzi», quelle dove l'avversario non ti fa le carezze come ce le hanno fatte i turchi, quelle dove la sinapsi deve partire prima che ti arrivi il pallone tra i piedi. Questa cosa, forse, ce l'hanno nel dna gli altri centrocampisti azzurri (Jorginho e Barella su tutti), di sicuro ce l'ha Verratti. Ecco, Mancini, che di piedi buoni se ne intende eccome, non vede l'ora di sbatterlo in campo. Quando accadrà, rivedremo il trio pescarese che fu, completato da Insigne e Immobile. I tre nella stagione 2011/20121, allenati da Zeman, fecero vedere cose assai piacevoli (anche questo appunto non c'entra nulla, anche perché l'Italia ha tutto un altro tipo di impostazione, ma ci pareva un bel riempitivo). Ascoltiamo a questo punto la voce del professor Andrea Fer retti, responsabile medico della Nazionale che ci illustra la situazione del "parigino": «Verratti ha iniziato l'ultimo miglio, ma è il più difficile. Il programma di rieducazione prosegue senza intoppi. Questo percorso è stato condiviso con il Psg visto che, per essere considerato guarito dalla Uefa, deve essere giudicato tale anche dal medico del club di appartenenza». Ah, anche Florenzi ha rimediato il suo acciacco contro i turchi, ma oggi dovrebbe tornare ad allenarsi e, comunque, questo era un pezzo su Verratti. 

 

 

 

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