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Cristiano Ronaldo? Frasi sconnesse, insulti e sceneggiata: delirio in campo, panico al Manchester United

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Cristiano Ronaldo, sabato 2 ottobre, nella sfida del suo United contro l'Everton, non è partito nell'11 titolare, e i Red Devils si sono dovuti accontentare di un magro pareggio per 1-1 contro una squadra di livello inferiore. A rovinargli definitivamente l'umore sia stato Andros Townsend, centrocampista trentenne dell'Everton, che dopo aver segnato il gol del pareggio (al 65', 8 minuti dopo l'ingresso in campo di Ronaldo) gli ha dedicato l'esultanza mimando l'ormai celebre salto con giravolta e atterraggio a braccia larghe.

 

 

Al terzo fischio dell'arbitro che sanciva la fine delle ostilità, il campione portoghese non si è fermato a salutare gli avversari, ma è stato immortalato dalle telecamere mentre, occhi bassi e scuro in volto, si avviava rapidamente negli spogliatoi, sciorinando una litania incomprensibile di imprecazioni e domande lasciate cadere nel vuoto. I giornali britannici si sono interrogati sulle ragioni di questo comportamento, attribuendolo per lo più alla ben nota allergia alla panchina del fenomeno portoghese.

 

"Cristiano parlava tra sé e sé, lanciando domande in aria. Si vedeva che era arrabbiato, ma con chi? Ronaldo quando non vince e non si segna si arrabbia, ma certe cose vanno fatte e chiarite all’interno degli spogliatoi. Non davanti alle telecamere", ha detto Gary Neville. Lo stesso Townsend si è avvicinato per chiedere al campione la maglietta, lui lo ha gelato con un'occhiataccia: "Non so cosa stesse mormorando — ha dichiarato nel post partita il calciatore dell'Everton — di sicuro non era inglese. Ronaldo è il mio idolo. Sono cresciuto guardandolo e ho passato ore sul campo di allenamento cercando di eseguire le sue tecniche. È stato un onore essere nello stesso campo con lui".

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