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Max Verstappen, il disastroso "no" Ferrari al campione nato in provetta: chi è davvero l'olandese

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Un campione "nato in provetta". Marx Verstappen fa la storia: vince il Mondiale di F1 dopo il più folle e appassionante testa a testa con Lewis Hamilton, il dominatore delle quattro ruote dell'ultimo decennio. Ma tutto, suggerisce Umberto Zapelloni sul Giornale, era forse già scritto nel Dna del giovane pilota olandese. "Molto probabile - ironizza - che quando papà Jos e mamma Sophie hanno deciso di diventare genitori avessero in mente di mettere al mondo un pilota". Questo perché la mamma era pilota, nipote di pilota, cugina di pilota. E il papà ha corso in Formula 1 ai tempi di Michael Schumacher.

 

 


Il 15 maggio 2016, a soli 18 anni, 7 mesi e 15 giorni, all'esordio con la Red Bull divenne il vincitore più giovane della storia. Un predestinato, insomma, anche se di polvere ne ha dovuta mangiare parecchia in questi anni visto il dominio della Mercedes e di Hamilton (sette titoli di fila per la casa tedesca, uno è di Rosberg). "Max - ricorda sempre il Giornale - è stato programmato per diventare campione da due genitori che facevano i piloti e si erano conosciuti in pista con il nonno paterno che gestiva un team di kart e il nonno materno che organizzava gare. Difficile gli venisse in mente di giocare a curling".

 

 



Buon sangue non mente. Materno, soprattutto: la mamma era fortissima nei kart. Ma anche papà se la cavava: ha corso in Formula 1 dal 1994 al 2003, due terzi posti come migliori piazzamenti in 107 gare, compagno di Schumi alla Benetton. Max ha iniziato da bambino, "su un kart ancora prima che cominciasse a camminare". Dalle serie minori a 17 anni è arrivato alla Toro Rosso direttamente dalla Formula 3. Ha convinto la Red Bull per come guidava su bagnato, papà aveva tentato di farlo entrare nella Academy Ferrari senza successo. Una slinding door: per lui, per il Cavallino e per la storia della Formula 1.

 

 

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