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Milan, schiaffo di Ibrahimovic ai compagni: "Cos'ha appeso in spogliatoio"

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Se per Mike Maignan ci sono possibilità di rientrare in campo contro il Tottenham in Champions, il Milan fa ancora i conti con la grana Zlatan Ibrahimovic. In un inizio 2023 frustratissimo — una vittoria con la Salernitana, due pari contro Roma e Lecce e il k.o. di Supercoppa contro l’Inter — per lo svedese, grande atteso della seconda parte di stagione, le cose stanno andando diversamente da quanto sperato, come scrive Il Giorno, colui che doveva essere il jolly per far rifiatare Giroud, al di là degli infortunati Origi e Rebic.

 

 

 

Zlatan, quelle parole dell’Inter come monito per il derby di febbraio
L’ultima presenza in campo di Ibra rimane quella del magico pomeriggio di Reggio Emilia, che ha sancito la vittoria del 19esimo scudetto, quando Pioli ha concesso una passerella finale allo svedese, capace in quei pochi minuti di trovare anche un gol, annullato poi per fuorigioco di Leao. Zlatan, dopo aver partecipato al ritiro di Dubai a dicembre con i suoi compagni, non ha invece presenziato alla debàcle in terra araba contro l’Inter. Si vocifera, però, che le frasi pronunciate dai giocatori nerazzurri dopo la vittoria in Supercoppa siano state appese dallo svedese nello spogliatoio milanista come monito in vista del derby del 5 febbraio, a testimonianza di quanto il suo peso in termini di leadership e motivazione nei confronti dei più giovani sia più attuale che mai.

 

 

 

Rientro prima di dare l’addio dopo una carriera da urlo
L’obiettivo per Zlatan, scrive ancora Il Giorno, è quello di tornare in campo per dare un meritato addio alla sua carriera da calciatore, per poi iniziare a scrivere un nuovo, inedito capitolo: con il rinnovo a scadenza a giugno, infatti, un altro contratto con il club di via Aldo Rossi è impronosticabile, ma lo svedese continuerà a portare avanti i suoi interessi imprenditoriali a Milano rimando legato a doppio filo ai colori rossoneri. La società sarebbe infatti pronta a offrire a Zlatan un nuovo ruolo per potersi avvalere dell’esperienza e del carisma del numero 11 in altri ambiti: ambasciatore, dirigente o membro dello staff di Pioli, per il 41enne le strade da intraprendere sono molteplici, ma prima Ibra vuole scrivere un gran finale di quella che è la storia di uno degli attaccanti migliori al mondo.

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