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Calcioscommesse, Nicolò Fagioli e il dramma in famiglia: "Le liti e il padre assente"

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Nel 2018 Nicolò Fagioli era stato inserito tra i migliori 60 talenti al mondo dal Guardian, ma in poche settimane la sua carriera potrebbe già essere compromessa. Quella di Nicolò Fagiolo è una storia complicata, iniziata da Piacenza. La separazione di papà Marco e mamma Laura, i suoi genitori, potrebbe essere stata una frattura importante nel cambiamento della personalità del giocatore, come rivelano alcuni esperti di dipendenze che un po’ hanno studiato il suo caso e hanno provato a spiegarne i motivi al Corriere della Sera. Ritengono infatti che anche questo possa essere stato un possibile fattore di rischio: Nicolò a 22 anni si è ritrovato nella rete delle scommesse sportive illegali, si è autodenunciato alla Procura della Figc, deciso di affidarsi a un terapeuta per guarire dalla ludopatia, con la quale combatte da qualche anno.

Fagiolo, i rapporti difficili col padre e le liti in famiglia
Tra i problemi di Fagioli però potrebbero essere additati diversi fattori: quello di un bambino cresciuto in fretta, puntando tutto sul pallone. Partito di casa e catapultato da solo in un mondo dove esistono soltanto il calcio e i soldi. Senza una base culturale, con qualche valore e tanta solitudine. Nicolò si è perso e ha fatto i conti con i problemi dell’adolescenza: “Da un lato il grande sogno del calcio che si realizza, dall’altro i rapporti difficili con il padre, le liti in famiglia, l’assenza di un punto di riferimento — si legge ancora sul Corriere —. Ed è questo il secondo fattore di rischio. Fagioli è un ragazzo solitario: pochi amici, una fidanzata storica, il cellulare come un’appendice del corpo”.

 

La necessità di scommette: il suo è un debito di quasi un milione
Le scommesse inizialmente erano iniziate per gioco, poi per necessità. Perché si era esposto finanziariamente e anche tanto. Doveva restituire le somme che gente senza scrupoli gli avevano anticipato. Puntate su ogni cosa, ogni sport: calcio e non solo. Pare però che non abbia mai scommesso sulla Juve. La sua esposizione finanziaria sarebbe pari quasi a un milione di euro, il contratto (l’ultimo lo ha fatto lo scorso anno) non gli sarebbe bastato ad assecondare richieste così alte. Ha sbagliato, lo ha ammesso, e pagherà per questo. A settembre ne ha parlato con la madre Laura, si è autodenunciato e il mondo Juve ha provato a proteggerlo in qualche modo. La scelta di curarsi, di collaborare. Nicolò adesso fa terapia con uno psicologo esperto di dipendenze, ma servirà tempo.

 

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