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Luciano Spalletti, quando si gioca tutto: Italia, il futuro è già scritto

Gabriele Galluccio
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Poteva andare peggio, poteva andare meglio, non ha molta importanza. Innanzitutto conta esserci, il che non era scontato nonostante l’Italia sia campione d’Europa in carica. Bisogna ringraziare un arbitro accomodante che non ha visto un rigore per l’Ucraina nell’ultima partita delle qualificazioni, altrimenti gli azzurri avrebbero potuto essere i grandi assenti nel sorteggio di ieri, affrontato tra l’altro dall’ultima fascia. Dietro a Nazionali come Ungheria, Albania, Romania e via discorrendo... Evidentemente siamo questi al momento, spetterà a Luciano Spalletti il difficile compito di restituirci identità, dignità e risultati.

Il girone uscito dall’urna non è il più brutto ma neanche il più bello: gli azzurri sono sfavoriti sulla carta contro Spagna e Croazia, le due finaliste dell’ultima edizione della Nations League. A tenderci una mano è la nuova formula di Euro 2024, che prevede che vadano avanti anche le quattro migliori terze. Ciò significa che la banda di Spalletti ha un certo margine per centrare gli ottavi. Sarà cruciale l’esordio a Dortmund del 15 giugno contro l’Albania: una partita da non sbagliare, che non ammette altro risultato all’infuori della vittoria. E magari anche con qualche gol di scarto, dato che la differenza reti è il secondo criterio più importante dopo i punti per stabilire il passaggio da terza.

Inoltre Dortmund evoca dolci ricordi, dato che in quello stadio nel 2006 la Nazionale di Marcello Lippi sconfisse la Germania padrona di casa e conquistò l’accesso alla finalissima, poi vinta a Berlino nell’Olympiastadion, che il prossimo 14 luglio sarà teatro dell’atto conclusivo di Euro 2024.

Corsi e ricorsi storici che non cambiano però la dura realtà con la quale deve fare i conti l’Italia: non è più una Nazionale di prima fascia, dato che ha dilapidato tutto il credito ottenuto con il trionfo di Wembley 2021 mancando il Mondiale (per la seconda volta) e disputando delle qualificazioni europee da brividi, e non in senso positivo. La miglior speranza degli azzurri è Spalletti, che resta tranquillo dinanzi a un sorteggio tosto: «Forse poteva andare meglio, ma noi ci arriviamo con l’umiltà e la consapevolezza di dover fare dei passi veloci. Abbiamo diverse squadre davanti, ma siamo l’Italia e dobbiamo avere orgoglio e forza mentale per confrontarci con tutti. Ci sarà da difendere in certi momenti, ma l’idea è sempre proporre un calcio offensivo. E che Vialli ci protegga».

 

CERCASI COLPI GENIALI
Insomma, dalle parole del ct è chiaro che gli azzurri proveranno ad affrontare l’Europeo in Germania proprio come hanno fatto tre anni fa in Inghilterra: con la forza del gioco e con coraggio, sapendo anche soffrire quando l’occasione lo richiede. La differenza cruciale è che quel gruppo vincente allenato da Mancini si presentò all’appuntamento in grande spolvero e pienamente consapevole di poter arrivare fino in fondo, o comunque competere con le migliori. Stavolta Spalletti dovrà lavorare molto sulla testa dei calciatori, appesantita da annidi delusioni e paure in Nazionale. Non a caso il ct, interrogato su un possibile “colpo di genio” per risollevare gli azzurri, non ha esitato nella risposta: «È seguirli e coinvolgerli sempre, provare a essere un club nel modo di parlarci e frequentarci». I famosi “comportamenti corretti” spallettiani... Basteranno per disputare un Europeo quantomeno dignitoso?

Lo scopriremo solo vivendo: forse è un bene confrontarsi subito con la Spagna (20 giugno a Gelsenkirchen) e la Croazia (24 giugno a Lipsia). Riuscire a strappare il pass per gli ottavi arrivando davanti almeno a una di queste due Nazionali sarebbe un’iniezione di fiducia che potrebbe fare tutta la differenza del mondo. Mal che vada resta sempre l’escamotage delle migliori terze: non rientrare neanche così tra le migliori 16 è inconcepibile, ma con questa Italia ormai bisogna essere preparati al peggio.

 

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