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Sinner, "più niente da imparare": chi fa tremare Djokovic

Roberto Tortora
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Dopo un 2023 di grande livello, Jannik Sinner ha conquistato non solo il pubblico italiano, desideroso da anni di avere un tennista capace di competere con i più grandi, ma una platea globale. Con 10 tornei ATP vinti, è il tennista italiano più vittorioso nell'era Open, a pari merito con Panatta; oltre alla Davis, il suo palmarès vanta un titolo Masters 1000, tre ATP 500 e sei ATP 250. Ora, arriva anche l’incoronazione da parte di un grande tennista del passato, Ivan Ljubicic, che è stato n.3 al mondo ed ha avuto, dopo il ritiro, l’onore di allenare Roger Federer

Il croato sarà protagonista di un docu a lui dedicato su Sky Sport, dal titolo: Ljubo, l’uomo salvato dal tennis. Queste le sue parole a Tuttosport: "Jannik non è come Alcaraz, passato da 40 a 1, ha bisogno dei suoi passi. Penso che quanto ha fatto negli ultimi due mesi, la conferma del lavoro incessante, lo abbiano avvicinato all'obiettivo. Aveva bisogno di certe esperienze per sentirsi a suo agio nel percorso".

 

 

 

"A fine 2022 – commenta convinto Ljubicic - avevo detto di essere dispiaciuto che Jannik non avesse giocato partite importante contro i big. Ora non ha più niente da imparare. Ha un atteggiamento perfetto in campo e fuori, nelle interviste non ha timore a parlare dei suoi limiti e di altro”.

 

 

 

È lecito attendersi la vittoria di uno Slam nel 2024? Ljubicic è ottimista: "Credo che possa vincere prima le Finals, però aver conquistato la Davis gli permette di entrare in campo in Australia con una speranza concreta. E ha battuto tutti i Top 10. Piuttosto, lo vedremo alla gestione degli Slam: quando hai un giorno se avverti la pressione, se pensi tanto e lui è molto riflessivo, puoi avere qualche problema in più. Ecco, gli manca una finale già giocata. Però è circondato da uno staff di persone molto capaci. La sua forza è il carattere. Non va mai fuori di testa e non si accontenta. Io – conclude l’allenatore croato - quando arrivai al n.3 pensai di aver raggiunto il top e cominciai la mia parabola discendente”.

 

 

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