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Ue, resa sull'immigrazione: "Poco più di 100 ricollocamenti"

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"Il terzo pilastro" del piano d'azione Ue per il Mediterraneo centrale "è il meccanismo volontario di solidarietà che abbiamo in piedi dall'estate, e ringrazio la presidenza francese (dell'Ue, sotto cui si raggiunse l'accordo). "Abbiamo 8mila promesse di ricollocamento", ma finora ne sono stati fatti "poco più di un centinaio", quindi "è importante rafforzarne l'attuazione". Ad ammettere il sostanziale fallimento è la commissaria europea agli Affari Interni Ylva Johansson, in un punto stampa a Bruxelles. A ritardare l'attuazione dei ricollocamenti, aggiunge, sono anche "colli di bottiglia sia negli Stati che hanno bisogno dei ricollocamenti sia in quelli che li fanno". I ricollocamenti "continuano anche ora", ma bisogna accelerare. Per migliorare l'attuazione del meccanismo non è necessario "essere laureati in astrofisica. Possiamo sicuramente" farlo, conclude.    

 

 

In vista del Consiglio Interni straordinario di venerdì prossimo "il focus è sul Mediterraneo Centrale. Gli ultimi eventi confermano che la situazione è insostenibile. È una delle rotte con più arrivi irregolari di migranti e una delle più pericolose", aggiunge la Johansson, Finora quest'anno su questa rotta, ha aggiunto Johansson, si sono registrati circa "90mila arrivi, il 50% in più" rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso". Per questo "dobbiamo aumentare gli sforzi congiunti".

 

 

La Commissione ha quindi deciso di lanciare un "piano d'azione con tre pilastri: rafforzare la cooperazione con i Paesi partner e le organizzazioni internazionali, aumentare la coordinazione nelle operazioni di ricerca e soccorso, rafforza il meccanismo volontario" per i ricollocamenti e "una roadmap comune" per approvare il patto Ue sulle migrazioni (che è stato proposto nel settembre 2020 e ancora non ha visto la luce a causa delle divisioni tra gli Stati membri).

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