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Lampedusa, Magi: "Vergognosa passerella". Memoria corta: la foto che lo inchioda

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Memoria corta a sinistra, o forse semplicemente faccia di tolla. Sui migranti Pd e dintorni hanno vissuto una domenica di passione, presi tra la visita congiunta a Lampedusa della premier Giorgia Meloni e della presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen (senza ombra di dubbio, un successo politico e diplomatico italiano) e il palco leghista di Pontida, dal quale Matteo Salvini e Marine Le Pen hanno colpito durissimo contro Bruxelles e i socialisti. 

La parola d'ordine tra i politici del centrosinistra e i giornali d'area è stata solo una: sminuire. E così tutto è stato ridotto a "passerella", come scrive sui social anche Riccardo Magi, radicale leader di +Europa. Un concetto passato pari pari a Repubblica, giusto per capire l'osmosi totale dei due mondi. E così. scrive Magi su X, "l’hotspot di Lampedusa ripulito e tirato a lucido per la visita di oggi è l’immagine perfetta dell’ipocrisia di Giorgia Meloni. Una passerella vergognosa in cui Meloni dice di fatto no alla redistribuzione europea e che l’Italia si occuperà da sola di tutto lo sforzo dell’accoglienza". 

 

 



Secondo Magi, "è la cambiale che la nostra Premier paga per l’alleanza europea con Orban e gli altri paesi di Visegrad, che da sempre rifiutano un approccio europeo all’immigrazione. In tutto questo, ovviamente, la Premier ha riaffermato il suo totale disprezzo per i diritti umani ribadendo la prosecuzione del crudele e inutile accordo con il criminale tunisino Saied. In pratica, invece di dire che sta sbagliando tutto, Meloni affina la sua fallimentare strategia che sta causando morte e sofferenza verso i migranti, condizioni estreme per i soccorritori e disagio tra i lampedusani, con la minaccia di estendere questo caos anche in altri comuni. Orban e Saied ordinano, Meloni esegue. E questi sarebbero patrioti?".

 

 

 

Un paio di appunti a Magi: a proposito di passerella, non era lui quello che nell'estate del 2019, in compagnia dei colleghi parlamentari Graziano Delrio, Nicola Fratoianni, Davide Faraone e Matteo Orfini, aveva pensato bene di prendere una barchetta e raggiungere la Sea Watch, salendo a bordo per dare man forte alla capitana Carola Rackete nella "guerra santa" delle Ong contro l'allora ministro degli Interni Salvini?

 

 

 

E Magi si è per caso accorto che la politica del centrodestra non è distribuire i migranti, ma combattere alla radice il traffico di esseri umani nel Mediterraneo? Un obiettivo ambizioso, certo, difficilissimo, ma forse l'unica via per cambiare il destino dell'Europa. E per raggiungerlo, occorre trattare con chi ha il potere di intervenire: i governanti dei Paesi africani. Proprio come l'Europa ha fatto a suo tempo con la Turchia del "democratico" Erdogan. Una strategia che, per la prima volta, sia Ursula sia Emmanuel Macron sembrano aver abbracciato convintamente. Dovranno andare a lezione dalla sinistra italiana anche loro.

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