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Monti paralizza i terremotati:le imprese costrette allo stop

Un capannone distrutto

Il decreto legge 74, che sarà legge martedì, obbliga anche le aziende dichiarate agibili a bloccare la produzione e rimettere a norma le fondamenta

Andrea Tempestini
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L'Emila Romagna devastata dal terremoto rischia anche la paralisi. Il colpevole? Non il sisma in questo caso, ma il governo Monti, che vuole bloccare un'economia già stagnante dopo la tragedia. A rischio paralisi sono le imprese, anche quelle che non sono state costrette ad abbattere capannoni, o a ricostruire, o a spostare la produzione. Il punto è che martedì arriverà in aula al Senato il decreto legge 74, che sarà convertito in legge: è già passato alla Camera e non è possibile modificarlo. Il decreto - oltre a qualche aiuto economico, le esenzioni Imu e agevolazioni varie - stabilisce nuovi requisiti di sicurezza: chi non ha subito danni gravi ha sei mesi per ottenere una "certificazione di agibilità sismica" provvisoria. E gli imprenditori denunciano: "E' un provvedimento che non esiste nell'ordinamento italiano". Il decreto prevede che entro 18 mesi tutti i capannoni dovranno avere il 60% della sicurezza richiesta a un ipotetico nuovo edificio, il parametro sono le regole del 2998.  Le assurdità - La legge, però, ha diverse zone buie. La prima: le regole, molto severe, valgono solo per i Comuni inseriti nel "cratere sismico". Ovvia la rabbia degli imprenditori che non dovrebbero ricostruire, ma si trovano obbligati a rifare i capannoni dalle fondamenta, anche se intonsi. Una rabbia che monta ancor di più perché magari, solo qualche chilometro più in là e fuori dal "cratere sismico", la concorrenza non deve fare nulla. Inoltre, per paradosso, spesso sono proprio i capannoni più recenti, costruiti secondo le nuove normative, quelli ad essere crollati: poiché si rieneva che l'Emilia non fosse zona sismica, le costruzioni avevano tetti molto pesanti, posati solo sui piloni. Poi il terzo problema: chi tirerà fuori i soldi? Il denaro necessario per la ricostruzione andrà a chi si è visto crollare la casa. Gli altri, al contrario, dovranno farsi carico di tutti i conti.

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