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Boomerang per pm e compagniVolevano incastrare il Cavsono spuntati Mancino e Scalfaro

Eliana Giusto
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  Il teorema Ingroia secondo il quale all'origine di Forza Italia ci sarebbe un patto scellerato tra Berlusconi e la mafia non ha finora trovato riscontri investigativi degni di questo nome: le accuse appaiono infatti palesemente campate per aria, benché tanto credito abbiano riscosso nel dibattito della sinistra. La Repubblica aveva riempito paginate con la fumosa vicenda della trattativa tra mafia e Stato, occasione per esercitarsi in moralismi e invettive, che avevano ovviamente un solo bersaglio: l'ex presidente del Consiglio, che prima di dilettarsi con bunga bunga e burlesque avrebbe intessuto rapporti con la criminalità organizzata. Ma se mai ci furono contatti tra la cupola e i vertici delle istituzioni, ebbero quali protagonisti Nicola Mancino e Oscar Luigi Scalfaro, all'epoca dei fatti rispettivamente ministro dell'Interno e capo dello Stato. Del Berlusca nemmeno l'ombra, sarebbero anzi stati i suoi acerrimi nemici a seguire percorsi irrituali.  Leggi l'articolo integrale di Renato Besana su Libero  in edicola oggi, giovedì 21 giugno  

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