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Rivoluzione Rai, canone più basso ma lo pagherà anche chi non ha la tv

Nicoletta Orlandi Posti
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Sarà più basso, ma lo pagheranno anche le famiglie che non hanno in casa un televisore, né un apparecchio radio e che non usano internet. Il piano per rivoluzionare il canone Rai, che si chiamerà "contributo al servizio pubblico radio-tv", firmato dal sottosegretario Giacomelli è pronto, manca solo il via libera di Matteo Renzi che pare abbia già pronte le slide per la simulazione di quel che entrerà nelle casse della Rai e di quel che pagheranno gli italiani. La fregatura - Secondo l'anticipazione del Giornale il nuovo "contributo" costerà dai 35 e gli 80 euro, a seconda del reddito e dei consumi familiari: per molti si tratta di uno sconto di due terzi rispetto agli attuali 113,50 euro del canone Rai e probabilmente ci sarà anche un'esenzione per chi non se lo può permettere. Tutto bene, ma la fregatura c'è. Sì, perché dovranno pagarlo anche coloro i quali per scelta o necessità hanno disdetto il vecchio canone o non posseggono apparecchi «atti alla ricezione del servizio radio televisivo» (quasi tutti evasori secondo i calcoli governativi, visto che il 98% delle case, dicono le indagini, ha un tv in casa). Ebbene, anche loro, col nuovo sistema che potrebbe entrare in vigore già dal 2015, dovranno pagare il contributo alla Rai, pensato in verità come contributo generico al servizio pubblico, quindi in teoria e in misura parziale, se si riuscirà, anche alle tv locali. Il contributo dovrebbe essere pagato insieme alle tasse, forse con un F24, di certo Viale Mazzini non seguirà più direttamente la riscossione del tributo.

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