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Matteo Salvini, la furia della Lega contro Silvio Berlusconi: "Se qualcuno vuole tradire...". Rottura mai così vicina

Giulio Bucchi
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I rapporti tra Berlusconi e Salvini non sono mai stati così tesi. Il Cavaliere apre al Pd e scarica i 5Stelle, mentre Salvini conferma i contatti con Di Maio e grida «mai col Pd, sarebbe un tradimento!». Il palazzo del centrodestra vacilla, dopo una notte e un' intera giornata (quella di ieri) passata a picconarne le fondamenta. Da una parte c' è il demolitore Cavaliere, che danneggia l' asse con i grillini che avrebbe garantito (secondo Salvini) un tetto comodo per tutti, ma il progetto non piace agli azzurri e alla Meloni che temono di restare confinati sul terrazzo. Dall' altra parte c' è Matteo, che da mesi soffoca l' istinto da sfasciacarrozze ma ormai si sente tradito dai coinquilini Silvio e Giorgia. Leggi anche: "Berlusconi si metta l'anima in pace", anche la Meloni lo calpesta Così medita di traslocare. Ma pretende che siano gli altri a metterlo alla porta, «non sarà la Lega a lasciare il centrodestra». Che la situazione sia in evoluzione, si capisce a metà mattina. Quando Berlusconi inizia a incrementare la potenza di fuoco contro Di Maio, il leghista è al Salone del Mobile di Milano e si fa beccare dai giornalisti mentre, al telefono con la presidente Casellati, sussurra: «Ho sondato Di Maio, mi ha detto "sto ragionando" ma vedi tu». Da lì a pochi minuti, la presidente del Senato si reca al Quirinale per riferire a Mattarella. Ufficialmente non ci sono novità: il Colle s' esprimerà lunedì e domani si voterà in Molise. Ma c' è un ping pong tra Berlusconi e Salvini che scatena un terremoto. La scossa è forte, non è un semplice assestamento da elezioni Regionali a Campobasso. Il Cavaliere, che fino a giovedì sera s' era frenato nelle critiche personali ai grillini, rovescia contro Di Maio accuse e insulti. Addirittura dicendo che gli italiani «hanno votato molto male» il 4 marzo. «Non è vero!» gli risponde Salvini, che subito conferma i sospetti già dettati l' altra notte: «Non vorrei che qualcuno desideri un governo tecnico col Pd». TRE PASSI IN AVANTI E infatti Berlusconi cita espressamente il Partito democratico, e il Carroccio insorge: «Farò di tutto per non portare il Pd al governo», addirittura «faccio tre passi in avanti, sono disponibile a scendere in campo direttamente» ringhia Salvini mentre Licia Ronzulli, ambasciatrice berlusconiana con i leghisti, chiosa che «l' accordo tra centrodestra e Movimento 5 Stelle è archiviato, ma ci fidiamo di Matteo». Peccato che il segretario dell' ex partito nordista sia ormai furioso: «Se Berlusconi vuole riportare al governo il Pd, non è rispettoso del voto degli italiani. Sbaglia!». Nel caso Fi andasse avanti, aggiunge, «farà un governo senza la Lega». È a questo punto che dai dem s' alzano le proteste, del tipo «non andremo mai col centrodestra!», «mai con Berlusconi!». Salvini insiste: «Io tengo unito il centrodestra da più di un mese e mi sento dire che devo andare col Pd... ma non scherziamo», ed è un' altra battuta che certifica che la pazienza è esaurita o quasi. Il leghista se ne frega di finire come Bersani, nel 2013, preincaricato ma poi andato a sbattere sui niet grillini. «Non mi interessa, ci provo lo stesso. Berlusconi? Non l' ho sentito e non credo di sentirlo. Ora aspettiamo le decisioni del presidente Mattarella, ma non staremo a guardare». Canale aperto - A caricare l' ex europarlamentare, oltre all' attaggiamento del Cavaliere, c' è quello di Di Maio. Nonostante i grillini mostrino qualche crepa sulla linea politica, l' aspirante premier dei 5Stelle continua a tenere aperto il canale con la Lega. I due leader non hanno rotto, né umanamente né politicamente. Tanto che Luigi si fa scappare un «sono fiducioso» che subito viene recapitato - tramite agenzie stampa - al potenziale alleato. Da lì, i due intensificano gli sms, perché «non aspetto un fax di Bruxelles che indica il futuro governo tecnico» assicura il numero uno del Carroccio. E ancora: «Sono ostinato e proverò fino all' ultimo con i 5Stelle». Poi chiede «basta insulti», dopo Berlusconi che parla di grillini e «cessi da pulire». Il rumore della battaglia non si placa, nemmeno quando la Ronzulli insiste: «Il centrodestra tiene». L' azzurro Renato Brunetta annuncia un decalogo «su quanto successo il 4 marzo», affermando che «il centrodestra ha vinto e i grillini hanno perso». Ma così alza ancora di più la temperatura. Salvini è una furia e anche il suo vice, Lorenzo Fontana, detta una dichiarazione di fuoco: «Noi siamo alternativi al Pd, se qualcuno intende tradire lo farà senza di noi». Il palazzo del centrodestra vacilla. Ma la prima mano a far crollare il tetto, dice Salvini, non sarà quella leghista. di Matteo Pandini

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