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GIOVANI A SCUOLA CON IL COLTELLO

Andrea Bisaschi
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Accoltellamento in classe all'istituto tecnico Einaudi di Senorbì, così si legge su La Nuova Sardegna. Uno studente di 16 anni ha ferito con un fendente da dietro un proprio compagno di classe, di 15 anni, mentre era in corso la lezione. Pare che poco prima tra i due ci fosse stata un'accesa discussione. Il quindicenne è stato medicato prima in infermeria e poi trasferito in ospedale, dove è stato ricoverato per ulteriori accertamenti. Il fatto è avvenuto mercoledì scorso.  Non è una scena tratta da un film ambientato negli anni '80 del secolo scorso a New York, in una scuola del Bronx, siamo a Sernobì, un paesino con meno di cinquemila abitanti situato 40 km. a Nord di Cagliari. Non pensiate che un fatto simile non sarebbe potuto accadere anche in una città del Nord Italia. L'anno scorso in alcune scuole superiori di Parma era emerso che una percentuale abbastanza ampia di giovani, portava abitualmente in tasca un coltello per autodifesa. A parte che il nostro ordinamento giuridico vieta di girare con un arma bianca, la trovo assolutamente una bruttissima "moda". Il coltello è l'arma  più pericolosa esistente alla corta distanza e purtroppo se ne sono ampiamente accorti in Inghilterra dove, nel solo mese di marzo a Londra, sono state accoltellate a morte 22 persone, per lo più adolescenti. Da inizio anno i deceduti per ferite da arma da taglio sono stati 36. Di questo passo, fa notare il quotidiano britannico Independent, nel 2018 i decessi per accoltellamento potrebbero aumentare del 50% rispetto al 2017, superando le 120 vittime. Sono numeri a dir poco drammatici, la spia di una vera e propria epidemia di violenza per le strade di una delle metropoli più ricche e potenti dell'Occidente. Il governo ha lanciato la “Serious violence strategy” per contrastare i reati con arma da taglio, promettendo di investire 40 milioni di sterline. Una delle misure messe in atto dal Comune di Londra per contrastare il fenomeno della violenza giovanile è la campagna “London needs you alive. Don't carry a knife”. Ossia, Londra ha bisogno di te vivo, non uscire con un coltello.  In Italia per fortuna la situazione non è ancora così drammatica, però si sa, è sempre meglio prevenire che curare. Innanzi tutto è necessario porsi una domanda. Come mai ragazzi di quindici, sedici anni sentono il bisogno di portare un'arma bianca per sentirsi più sicuri? Da cosa si sentono minacciati? Di chi hanno così paura? Il rischio è costituito dal fatto che ragazzi vessati e umiliati nel tempo, non sentendosi tutelati dalle istituzioni, pensino che l'unica soluzione efficace per interrompere azioni persecutorie contro di loro, sia farsi giustizia da soli e nel caso in cui non si reputassero in grado di risolvere la situazione con le proprie forze, vedano tramite l'utilizzo di armi bianche la fine del problema. Io credo che molti adulti non si rendano perfettamente conto della serietà del problema o ancora peggio, se ne rendono conto ma fanno finta che non esista per non doverlo affrontare. Sia a livello comunale che di governo dovrebbero mettere la questione al centro di un'agenda, e dedicarle tempo e risorse. Nessun bambino è mai nato criminale. La chiave è capire cosa lo porta a diventarlo, ed evitare che accada.    

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