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Fisco, cannonata di Vittorio Feltri: "Perseguita chi paga le tasse e non 19 milioni di bast***"

Vittorio Feltri
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Ieri il direttore di Libero ha scritto un articolo di fondo interessante a commento delle dichiarazioni fatte da Ernesto Maria Ruffini, capo della Agenzia delle entrate, il quale ha rivelato che in Italia ci sarebbero 19 milioni - sottolineo 19 milioni - di evasori fiscali. Se mi è consentito, vorrei aggiungere una chiosa alle osservazioni puntuali di Alessandro Sallusti. Proprio ieri ho ricevuto a casa una raccomandata della famigerata Agenzia nella quale è scritto che devo versare 4.499 euro alla medesima Agenzia. Perché? Questo non è specificato. Trattasi di una ingiunzione di pagamento immotivata. Segnalo che a me piacerebbe essere un evasore fiscale, ma ciò mi è vietato in quanto i miei redditi sono tassati alla fonte, quindi non posso materialmente avere dei debiti con l'erario. Non è la prima volta che mi capita di essere invitato perentoriamente a versare denaro non dovuto, perché in Italia succede che vengono perseguiti i contribuenti fedeli e sono trascurati i furbacchioni che sgarrano.

 

 

Naturalmente mi rivolgerò al mio commercialista il quale dimostrerà anche in questa circostanza, come sempre, che la richiesta rivoltami dallo Stato di sganciare quasi 5 mila euro è arbitraria. Intanto però il mio disturbo, molto fastidioso, non sarà affatto risarcito. I burocrati dell'Agenzia non si agiteranno e non mi chiederanno neanche scusa. Questo è il sistema tributario del nostro sgangherato Paese, e non c'è verso di correggerlo. Perseguita i cittadini che rispettano le norme, poi tollera che 19 milioni di connazionali evadano allegramente le tasse senza che nessuno li sanzioni.

 

 

La mia lagnanza non è frutto di una opinione personale, bensì della constatazione dei fatti. Per ridurre la folla straripante di coloro che non fanno il loro dovere, basterebbe un pizzico di buona volontà. Nelle nostre belle città circolano migliaia e migliaia di automobili di lusso, che costano un patrimonio. Attraverso la targa sarebbe semplice risalire ai proprietari delle vetture. Indi controllare le denunce dei redditi di costoro e verificare che i loro introiti siano compatibili con le spese da essi sostenute. Nel caso ci sia una discrepanza tra i soldi resi trasparenti e quelli investiti, non sarebbe difficile colpire il contribuente che ha mentito. Lo stesso meccanismo di controllo potrebbe facilmente essere attuato verificando le operazioni immobiliari. Un esempio elementare. Io mi sono comprato un appartamento del valore di 600mila euro? Se sulla mia dichiarazione dei redditi affermo di guadagnare 28 mila euro l'anno è evidente che ho imbrogliato. In questo caso l'evasore sarebbe incastrato. E con lui altri 19 milioni di bastardi. 

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