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Incontro a sorpresa dei ministri delle Finanze: pressing sulla Merkel

Lucia Esposito
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Un pre-verice a sopresa a Parigi. Un incontro per prepararsi ad affrontare la Merkel giovedì 28 e venerdì 29 a Bruxelles. Il ministro tedesco dell'Economia e della Finanze, Wolfgang Schaeuble spagnolo Luis de Guindos e il vice ministro Vittorio Grilli, insieme con il Commissario europeo agli Affari economici Olli Rehn si riuniranno questa sera, martedì 26 giugno, in Francua  spinti dall'esigenza dal timore di non riuiscire a trovare un accordo con la Merkel sulle misure da adottare per arginare la crisi dell'Eurozona. Un incontro che serve anche a preparare anche quello di domani, mercoledì 27, tra il presidente della Repubblica Francois Hollande e la Cancelliera Merkel. Sul tavolo del vertice del 28 e 29 ci sono proposte-chiave per il futuro della moneta unica (e anche del nostro Paese) come quella di aumentare il capitale della Banca di investimenti fino a 60 miliardi di euro, una decisione che segnerà il destino dell'euro. Il punto cruciale, però, è sempre lo stesso e la Merkel non ha perso occasione per ricordarlo anche ieri (lunedì 25 giugno facendo collassare i mercati finanziari): la Merkel non vuole a condivisione del debito attraverso gli eurobond. In realtà la Merkel è sempre più isolata, perché anche il quotidiano Der Spiegel, come riporta Libero in edicola oggi, sottolinea come se salta la moneta unica il Pil della Germania crollerebbe del 9,2%.  Il vertice convocato dal ministro dell'economia francese è sicuramente una sorta di cartina di tornasole: «Questa sera riceverò a Parigi i ministri dell'Economia e delle Finanze Schaeuble della Germania, Monti o Grilli dell'Italia, Guindos della Spagna, assieme al commissario europero Olli Rehn», ha spiegato il ministro dell'Economia francese precisando che «siamo in una fase di preparazione attiva del summit». L'obiettivo appare chiaro: «Vogliamo lavorare con la Germania».  L'avvertimento Ocse Sull'importanza cruciale del vertice di Bruxelles è intervenuto anche l'Ocse tramite il capo economista e vicesegretario Piercarlo Padoan, ai microfoni del Gr Rai ha chiesto  misure "più risolute nell'affrontare la crisi" per evitare il contagio di Spagna e Italia. "Ci sono elementi di debolezza generalizzata che si possono tradurre in fenomeni di contagio" ha spiegato Padoan, avvertendo che, in mancanza di decisioni chiare al vertice Ue del 28 e del 29 giugno "ci sarebbero sicuramente tensioni sui mercati finanziari di questi due paesi, che però non vanno identificati in un blocco comune - i problemi di Spagna e Italia sono diversi - e quindi ci sarebbe bisogno di strumenti di intervento". "Le risorse per intervenire, la potenza di fuoco dei fondi salvastati e della Bce ci sono, gli strumenti per intervenire ci sono, anche le nuove risorse del Fmi decise dal G20 ci sono: le munizioni insomma ci sono, si tratta di metterle in ordine, di costruire una strategia di intervento, ma bisogna che ci sia un forte segnale politico", ha proseguito Padoan. "Sono mancate finora risposte definitive e questo gioco è stato fatto alcune volte volutamente da qualche paese; ho la sensazione che più si va avanti più questo gioco diventa rischioso e pericoloso".   "Da quando la crisi greca ha innescato questa situazione, ci sono stati molti vertici definiti "decisivi" che poi non sono risultati così", ha detto ancora il capo economista dell'Ocse, i mercati prima hanno reagito bene e poi si sono dimostrati delusi, e non è da escludere una situazione simile. Di nuovo c'è un paradosso: l'Europa va nella direzione giusta, passi avanti sono stati fatti, ma questa velocità di progresso è sempre inferiore alla velocità dei mercati, una volta tanto bisognerebbe fare uno scatto in avanti, bisogna trovare un compromesso politico alto".  Braccio di ferro Sono gli ultimi giorni utili per provare a trovare un punto di incontro con la Merkel che propone un'unione bancaria con un'unione fiscale e politica e, quindi, una condivisione parziale del rischio sul debito. In cambio chiede meccanismi di controlli centrrle su quello che succede in ogni Paese. Una limitazione di sovranità dei singoli Stati su temi come le banche, il debito, e il bilancio. Secondo le indiscrezioni pubblicate dal Financial Times Bruxelles potrebbe quindi intervenire sulle politiche economico-montetarie di singoli stati. La partita si gioca proprio su questi nodi. Cosa dirà Hollande? Lui non è Sarkozy e sarebbe anche sisposto a rinunciare a un pezzo di sovranità nazionale ma in cambio chiede alla Merkel di accettare gli eurobond. Poi c'è Monti che non ha alle spalle un mandato elettorale che arriva a Bruxelles con i partiti sul collo, e una fiducia in calo. 

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