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Tfr, due lavoratori su tre non lo vogliono in busta paga

Nicoletta Orlandi Posti
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Due italiani su tre, messi di fronte alla scelta se riscuotere subito il Tfr o accantonarlo, preferiscono quest'ultima soluzione. E' questo il risultato del sondaggio Ipso pubblicato su Affari Italiani che rivela anche come la maggiore preoccupazione, per il 69% degli intervistati, sia legata alla possibilità di una tassazione maggiore, il 67% teme per la perdita di una forma di risparmio anche se forzosa, il 50% non ritiene che la distribuzione mensile del Tfr costituisca un aiuto per le famiglie mentre il 60% dichiara di non credere che questo eventuale provvedimento possa rilanciare i consumi. Tra quel 30% di lavoratori che si orientano verso la riscossione immediata della quota di Tfr, spicca il numero degli impiegati. Mentre, viceversa, tra gli operai, è ancora maggiore la quota di chi preferisce l'accantonamento del Tfr e si dichiara contrario alla distribuzione mensile in busta paga. Affari Italiani fa notare la differenziazione delle risposte rispetto al reddito familiare. In tutti i livelli, la maggioranza si conferma per la continuazione del sistema com'è ora, ma nelle due categorie estreme, i più “poveri” (meno di 15.000 euro all'anno) da un verso e i più “ricchi” (più di 50.000 euro l'anno) dall'altro, si rileva un'accentuazione relativa (che raggiunge il 41%) per l'erogazione mensile del Tfr.

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