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Governo, il piano per evitare la tempesta d'autunno: chiedere a Draghi un quantitative easing-bis

Matteo Legnani
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"Ci aspettiamo una tempesta". E' così che il governo, da Giuseppe Conte in giù, vede il prossimo mese di settembre e l'autunno in generale. Per la fine del quantitative easing, la manovra finanziaria da preparare e il giudizio delle agenzie di rating, che arriverà a metà mese. Il piano? Tirare la corda in Europa con l'obiettivo di indurre la Banca centrale europea guidata dall'italiano Mario Draghi a varare un Quantitative easing bis, che metterebbe "sotto ghiaccio" il mercato dei titoli di Stato ancora per un po', bloccando qualsiasi tentativo di speculazione o "sabotaggio" che farebbe impennare lo spread con esiti devastanti sul nostro debito pubblico e di conseguenza sulla tenuta del governo. Il ministro Tria sta invece tirando nell'altro senso, perchè il vincolo del 3% non venga nè sorpassato nè minacciato di sparire, con l'biettivo di rispettare i vincoli europei ed evitare, come simulato da un sondaggio condotto da Boolberg, che il nostro spread si impenni a 470. Il presidente Mattarella, da parte sua, vigila. Non è un caso che sia saltata la visita di Stato in Australia, che era prevista proprio tra la fine di settembre e la prima decade di ottobre. Per approfondire leggi anche: Giancarlo Giorgetti e la preghiera a Mario Draghi: "Ecco cosa deve fare"

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