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Videogiochi, presto nelle scuole per facilitare l'apprendimento

Serena Cirini
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La demonizzazione dei videogiochi non funziona più. Da sempre tacciati (da alcuni) di essere la rovina delle nuove generazioni, i serious games si prendono la rivincita e vengono promossi al rango di materia scolastica. Negli istituti inglesi, infatti, i bimbi dovranno frequentare corsi per imparare a creare programmi per i computer già dai primi anni delle elementari. Tra Inghilterra e Stati Uniti, sono già molti gli insegnanti che si servono dei videogiochi per trasmettere conoscenze ai loro alunni. Anche in Italia, la rivoluzione tecnologica ha varcato da un po' la soglia delle aule e gli studenti mostrano di aver accolto con grande entusiasmo l'introduzione dei tablet e delle console da gioco promossa da alcuni istituti superiori. Gli psicologi si dicono favorevoli a questo genere di approccio didattico: "Il gioco consente di interagire con le informazioni, anziché assorbirle passivamente", ha spiegato l'esperta di comunicazione Fabrizia Mantovani al Corriere della Sera. Spara al maiale - Pare, per esempio, che Angry birds (dove si deve mirare a dei maialini verdi con l'obiettivo eliminarli) sia molto utile per spiegare il concetto di traiettoria. Anche il videogioco SimCity Edu: Pollution Challenge, attraverso cui i ragazzini possono dar vita alla loro città ideale, è considerato come estremamente utile per tramettere alle nuove leve una serie di nozioni legate all'educazione ambientale, alle scienze, all'economia e all'educazione civica. I programmatori si sono messi al lavoro e, negli ultimi tempi, si sono moltiplicati i games a tema storico, geografico e matematico: Pharaon è completamente dedicato al mondo degli antichi egizi, Total war s'spira alle vicende dell'Impero Romano e Place Spotting avvicina i piccoli studenti al mondo dell'algebra.    

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