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Libia, scatta il ricatto all'Italia: "Chiudiamo le frontiere solo in cambio di soldi"

Caterina Spinelli
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Il generale Khalifa Belqasim Haftar, approfittando della crisi bellica in Libia, mette l'Italia di fronte a un aut aut: la Libia chiude le frontiere meridionali cancellate dopo la caduta di Gheddafi e diventate di libero passaggio per chi si vuole dirigere nel Mediterraneo, solo ed esclusivamente se l'Italia e l'Europa investono i loro soldi nell'addestramento dei Tebu, trasformandoli in guardiani delle frontiere, pronti a sconfiggere i Tuareg, le tribù nemiche.  Leggi anche: Libia, il piano di Macron per far fuori l'Italia Un avvicinamento del generale agli interessi italiani parecchio sospetto, se si pensa che, fino a l'altro ieri, il Maresciallo era pronto a marciare su Tripoli e sfrattare il governo di Fayez al-Sarraj. Eppure sono passate meno di 48 ore dall'incontro con il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, avvenuto il 10 settembre. Un voltafaccia quello di Haftar riconducibile alle pressioni da parte dell'Egitto, sollecitato diplomaticamente dall'Italia, e della Russia che spera di rendere meno omogeneo il rapporto dell'alleato libico con il nemico francese. Nonostante l'incontro con Haftar, Moavero continua a sostenere il piano dell'Onu per porre fine alla tragica situazione libica. 

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