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Terrorismo, Bergamin e Ventura si costituiscono a Parigi: fine corsa per i terrorsti in fuga

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È durata poco la fuga di Luigi Bergamin. L'ex terrorista rosso, che ha tentato di scappare dopo l'ondata di arresti di ieri mattina in Francia, si è presentato a palazzo di Giustizia di Parigi assieme al suo avvocato per costituirsi. Lo ha reso noto citando fonti dagli inquirenti l'Ansa. Poche ore dopo si è consegnato anche un altro dei dei ricercati nell'operazione Ombre Rosse: secondo fonti della giustizia francese citate dalla France Presse si tratta di Raffaele Ventura.

Nella giornata del 28 aprile infatti erano stati arresti sette ex terroristi rossi scappati Oltralpe negli anni '80 e per i quali è scattata la richiesta di estradizione. Si tratta, oltre a Bergamin, di Marina Petrella, Giovanni Alimonti, Enzo Calvitti, Roberta Cappelli, Sergio Tornaghi, delle Br, di Giorgio Pietrostefani (Lotta continua) e Narciso Manenti dei Nuclei Armati contro il Potere territoriale. Ancora in fuga invece l'ex br Maurizio Di Marzio.

 

 

La lista che la ministra della Giustizia Marta Cartabia era tornata a sottoporre all’attenzione delle autorità francesi non comprende altri soggetti per i quali è possibile l’estradizione: alcuni, infatti, sono deceduti, per altri invece è scattata la prescrizione. Un termine, quest’ultimo, incombente anche per la posizione di Di Marzio, la cui prescrizione scade il prossimo 10 maggio. Per il momento bisognerà attendere i vari passaggi giudiziari francesi: a partire dall’udienza di convalida dei fermi fino al vaglio nel merito - con la valutazione di tutti i fattori e di tutte le garanzie - su ogni richiesta di estradizione.

 

 

"Per noi è sempre una piaga aperta - ha ammesso Adriano Sabbadin, figlio di Lino Sabbadin, il macellaio ucciso nel 1979 dai Pac -. Mi fa piacere l’operazione delle forze dell’ordine e spero che Bergamin venga consegnato alle patrie galere. Deve scontare come gli altri la sua pena. Per me non sono ex terroristi ma terroristi, così come i nostri morti non sono ex vittime". Soddisfatto Mario Draghi che si è congratulato per la scelta francese di consegnare "responsabili di gravissimi crimini di terrorismo, che hanno lasciato una ferita ancora aperta. La memoria di quegli atti barbarici è viva nella coscienza degli italiani". 

 

 

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