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Zelensky, il ribaltone: tutto per la pace. Rumors: la telefonata che cambia tutto

Carlo Nicolato
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Tutti vogliono che la guerra finisca, ma non a qualsiasi costo. Al G7 in Baviera i falchi che auspicano la sconfitta sul campo di Putin e l'applicazione di nuove sanzioni alla Russia trovano un Joe Biden con qualche grattacapo in più in casa sua rispetto alla fase iniziale del conflitto, che rende la questione ucraina più difficile da affrontare, specie se la guerra si prolunga oltre l'inverno. Lo stesso Volodymyr Zelensky ieri ha chiesto al G7 altre sanzioni e ancora armi perché l'Ucraina possa vincere prima dell'arrivo dell'inverno. Tale tempistica non è casuale perché spunterebbe l'arma migliore di Putin che è il gas. A tale proposito al G7 Draghi è tornato a chiedere un tetto sul prezzo del gas. Per Biden l'ideale sarebbe che la guerra finisca prima delle elezioni di midterm che si terranno a inizio novembre, poco prima del G20 di Bali (15-16 novembre) al quale Putin ha detto che parteciperà, e incassare il premio elettorale per la vittoria in guerra, salvando se stesso, il mandato e il partito. Un'utopia, perché senza una soluzione anche solo parzialmente diplomatica non c'è possibilità che il conflitto termini entro 4 mesi. Putin ha dalla sua la forza di un Paese abituato a soffrire e disposto a farlo per una causa nazionalistica, anche se non condivisa da tutti. Tantopiù che per il momento le sanzioni non stanno funzionando come gli alleati vorrebbero e una parte consistente di quelle, lo stop al petrolio russo, diventerà effettiva solo con l'inizio del prossimo anno, oltre la scadenza fissata da Zelensky.

 

 


VIA D'USCITA
A Biden rimane un'unica remota possibilità per evitare una guerra lunga e fortemente controproducente, quella di normalizzare i rapporti con la Cina, ovvero mandare all'aria buona parte della sua politica estera nell'Indopacifico. Un riavvicinamento a Pechino avrebbe il duplice effetto di raffreddare il principale alleato economico di Putin, senza il quale la Russia davvero cadrebbe dall'oggi con il domani, e di allentare la morsa dell'inflazione, che è senza ombra dubbio il principale motivo dell'impopolarità del presidente Dem tra i suoi cittadini. Biden ci sta provando, a margine del G7 il consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha annunciato che Biden e Xi Jinping avranno un colloquio, forse anche un incontro nelle prossime settimane. Senza precisare alcuna data, Sullivan ha assicurato che sia nel G7 che nella Nato vi è una «convergenza sempre più forte sulle sfide» legate alle ambizioni cinesi (Taiwan), ma Sullivan ha anche sottolineato che sebbene ci sia «competizione» questo non vuol dire ci sia uno «scontro».

 

 


LOTTA ALL'INFLAZIONE
Lo scontro non interessa a nessuno, tantomeno a Biden che solo qualche giorno fa ha annunciato l'arrivo prossimo di una decisione sull'eliminazione dei dazi di Trump sui prodotti cinesi, una misura caldeggiata anche dal Segretario al Tesoro Janet Yellen per tentare di ridurre l'inflazione. Un tentativo disperato ma che conta sul fatto che anche la Cina ha estremo bisogno di normalizzare i rapporti con gli Usa. Basti dire che nonostante le tensioni degli ultimi anni le esportazioni cinesi negli Usa sono aumentate del 50% dal 2017, mentre gli investimenti americani in Cina di quasi il 10% tra il 2020 e il 2021, nonostante la pandemia. 

 

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