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Spagna, coste distrutte dall'urbanizzazione selvaggia

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Lo riferisce uno studio dell'associazione Greenpeace. Dal 1987 al 2005 sono stati devastati 50.504 ettari di suolo

bonfanti ilaria
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Sono oltre 7,7 gli ettari di costa che vengono distrutti ogni giorno, in Spagna, dall'urbanizzazione selvaggia. E, nell'ultimo decennio, il fenomeno si è esteso anche a quei litorali ben conservati in passato, come quelli della Cantabria, delle Asturie o delle Rias Baixas, in Galizia. E' questo l'allarme- denuncia, lanciato dall'associazione ecologica Greenpeace che ha presentato nella giornata di oggi un rapporto dettagliato. Secondo i dati trasmessi dai responsabili ambientalsti il 44% della popolazione spagnola vive proprio sulla costa che rappresenterebbe soltanto il 7% di tutto il territorio nazionale. Gli esperti comunicano "una  speculazione massiccia del litorale iberico" che si traduce in "un vero e proprio attentato agli ultimi spazi vergini", un fenomeno che non sembra destinato a fermarsi. Stando al rapporto, dall'anno 1987 al 2005, sono stati complessivamente distrutti ben 50.504 ettari di suolo, compreso nei primi due chilometri della fascia costiera, e il dato esclude l'arcipelago delle Canarie. Il Direttore di Greenpeace, Juan Lopez De Urialde, ha affermato che "l'aggressione alla costa è stata irrefrenabile negli ultimi anni" - e ha aggiunto che- "la distruzione continua, mentre i politici si affannano a eliminare l'unica normativa che difende il litorale, la legge delle Coste". Greenpeace, nell'ultimo decennio, ha registrato inoltre un fenomeno di urbanizzazione selvaggia paragonabile a quella degli anni '60.

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