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Thierry Breton, visto negato per gli Usa: la mossa radicale di Donald Trump

mercoledì 24 dicembre 2025
Thierry Breton, visto negato per gli Usa: la mossa radicale di Donald Trump

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Il pugno di ferro di Donald Trump torna a farsi sentire anche sul fronte europeo: gli Stati Uniti alzano il livello dello scontro sulla regolamentazione del digitale. Washington ha infatti annunciato sanzioni nei confronti di cinque figure europee di primo piano, accusate di aver promosso politiche restrittive nei confronti delle grandi piattaforme tecnologiche. Le misure prevedono il divieto di ingresso negli Usa e colpiscono anche l’ex commissario europeo al Mercato interno, Thierry Breton.

Secondo il Dipartimento di Stato, le iniziative portate avanti dai soggetti sanzionati sarebbero assimilabili a pratiche di censura e, per questo, ritenute dannose per gli interessi americani. "Il dipartimento di Stato ha intrapreso azioni decisive contro cinque individui che hanno guidato iniziative organizzate per costringere le piattaforme Usa a censurare, demonetizzare e sopprimere opinioni americane a loro sgradite", si legge nella nota diffusa dall’agenzia guidata da Marco Rubio, che definisce i destinatari delle sanzioni "attivisti radicali che hanno promosso la repressione della libertà di espressione".

La reazione di Thierry Breton non si è fatta attendere. "La caccia alle streghe di McCarthy è tornata?", ha scritto su X l’ex commissario europeo, replicando direttamente all’iniziativa americana. "Ricordiamo che il 90% del Parlamento europeo, il nostro organo eletto democraticamente, e tutti i 27 Stati membri hanno votato all'unanimità il Digital Services Act - aggiunge Breton - Ai nostri amici americani: la censura non è dove pensate che sia".

Anche la Francia è intervenuta con toni durissimi, esprimendo una netta condanna per le decisioni prese da Washington. Parigi ha denunciato "nei termini più forti possibili" le sanzioni adottate contro le cinque personalità europee. "La Francia condanna con la massima fermezza la restrizione sui visti imposta dagli Usa a Thierry Breton, ex ministro e commissario europeo, e ad altre quattro importanti personalità europee", ha dichiarato il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot.

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Dal canto suo, l’amministrazione statunitense ribadisce la propria posizione. Il Dipartimento di Stato insiste nel sostenere che le azioni intraprese in Europa abbiano avuto l’effetto di limitare la libertà di espressione oltre confine. "Per troppo tempo, gli ideologi europei hanno condotto sforzi coordinati per costringere le piattaforme americane a sanzionare le opinioni americane a cui si oppongono", ha affermato Marco Rubio su X. "L'amministrazione Trump non tollererà più questi palesi atti di censura extraterritoriale", ha aggiunto.

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Thierry Breton ha ricoperto l’incarico di Commissario europeo per il mercato interno tra il 2019 e il 2024, assumendo un ruolo centrale nella definizione delle politiche industriali e digitali dell’Unione. Oltre a lui, le sanzioni colpiscono anche esponenti di organizzazioni non governative impegnate nella lotta alla disinformazione e all’odio online: Imran Ahmed, Clare Melford, Anna-Lena von Hodenberg — fondatrice dell’Ong tedesca HateAid — e Josephine Ballon, anch’essa legata alla stessa associazione.