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Von der Leyen nei guai, sms sospetti e vaccini buttati: perché è nel mirino

Ursula Von der Leyen

Alessandro Gonzato
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I vertici europei tremano. Trema anche la più grande società farmaceutica del mondo.  Due mesi prima delle elezioni europee (si voterà dal 6 al 9 giugno a seconda dei Paesi) la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rischia di finire sotto inchiesta.

Con lei l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla. Di mezzo ci sono circa un miliardo 800milioni dosi di vaccino contro il Covid, il cui costo è stato superiore ai 20 miliardi di euro. Nel mirino le trattative per l’acquisto del farmaco, ed entriamo subito nel dettaglio.

Prima la questione politica: il “Pfizer-gate”, oltre alle eventuali pesanti conseguenze penali, mette in forte discussione la conferma della von der Leyen, eletta nel 2019 a capo di una delle maggiori istituzioni del continente. Perla sua elezione, risicata, erano stati fondamentali i voti del Partito popolare, dei socialdemocratici e dei liberali, a cui per l’Italia si erano aggiunti i 5Stelle. Ora è tutto da vedere.

 

 

GLI 007 - L’inchiesta, i cui dettagli sono stati rivelati in queste ore dal sito Politico.eu – specializzato nelle questioni che riguardano Bruxelles – è condotta dagli investigatori della Procura Europea (Eppo), l’organismo indipendente dell’Ue incaricato di indagare e perseguire i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Unione. La Procura Europea ha ricevuto l’incarico da quella di Liegi (Belgio), che ha aperto l’inchiesta all’inizio dell’anno scorso. Gli investigatori - in attesa di capire se von der Leyen e Bourla entreranno nel fascicolo- stanno indagando per “corruzione e conflitto d’interessi”, “interferenza nelle funzioni pubbliche” e “distruzione di sms”. Questi riguardano una serie di messaggi intercorsi tra la politica tedesca e il capo della multinazionale statunitense, sms spariti «per la loro natura effimera» non è ancora chiaro se cancellati o andati persi - ha spiegato nei mesi scorsi il commissario europeo per i Valori e la Trasparenza, Vera Jourová. E però la spiegazione, era prevedibile, non è bastata a chi ha denunciato i presunti reati.

Il primo è stato il lobbista belga Frédéric Baldan. Poi è stato il New York Times a denunciare l’esecutivo Ue alla Corte di Giustizia dell’Unione, sostenendo che la Commissione ha l’obbligo legale di rendere pubblici i messaggi. Alle due denunce si sono aggiunte quella del governo ungherese e di quello polacco, anche se quest’ultimo, dopo l’elezione del premier europeista Donald Tusk, la sta ritirando.

 

 

È stata la mediatrice europea, Emily O’Reilly, a dare il là tecnicamente all’indagine. «La Commissione», aveva riferito già a settembre 2021, «ha detto di non poter fornire l’accesso a nessun messaggio di testo, hanno dichiarato che non è stata tenuta alcuna registrazione delle conversazioni». O’Reilly aveva sottolineato che l’amministrazione dell’Ue «è tenuta dal diritto comunitario a redigere e conservare la documentazione relativa alle attività». Bruxelles però sostiene che il regolamento comunitario non riconosce gli sms come documenti interni da registrare obbligatoriamente, «anche alla luce della loro breve durata». Sennonché ora la Procura Europea potrebbe passare al sequestro dei telefoni, possibile in ogni nazione dell’Unione, eventualmente a partire dalla Germania, Paese della von der Leyen.

NEL CESTINO - Il sito Politico.eu ha rivelato che a fine 2023 erano andate sprecate dosi di vaccino per almeno 4 miliardi di euro. Quindi il contratto Ue-Pfizer è stato rinegoziato: il nuovo accordo ha ripartito in 4 anni i 450 milioni di dosi che ancora non erano state consegnate. Almeno 215 milioni i farmaci anti-Covid comprati dai Paesi Ue nel pieno della pandemia e poi inutilizzati e buttati, uno spreco per i contribuenti che si aggira sui 4 miliardi. I Paesi europei che hanno sprecato più dosi sono stati Estonia (una per abitante), Germania, Slovenia, Paesi Bassi e Italia (49.105.220 - 0,83 dosi per abitante). Ora la Procura europea vuole capire cosa c’era scritto nei messaggi tra la von der Leyen e il capo di Pfizer. Può scatenarsi un terremoto.  

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