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Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen? "Le due donne più potenti d'Europa"

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Sono le "due donne più potenti d'Europa" e giovedì arriverà "il loro momento della verità". Così Politico versione europea descrive Ursula Von der Leyen e Giorgia Meloni, a poche ore dal voto che potrebbe confermare l'esponente tedesca del Ppe alla presidenza della Commissione Ue o, viceversa, vederla cadere sotto i colpi dei franchi tiratori anche in virtù di un mancato sostegno (al momento, il "no" prevale sul "sì") della premier italiana e del gruppo di ECR, i conservatori e riformisti di cui fa parte Fratelli d'Italia.

Secondo Politico, l'esito del voto darà anche il tono al resto del mandato della premier italiana, "ed è possibile che solo una di loro ne esca vincitrice". La presidente del Consiglio dovrà infatti decidere se dare l'appoggio all'elezione di Von der Leyen, spingendo i parlamentari del gruppo dei Conservatori e riformisti europei (Ecr) a sostenere un nuovo mandato per la politica tedesca. Quest'ultima, anche se "in teoria avrà abbastanza sostegno da conservatori, liberali, verdi e socialisti per ottenere il sostegno del Parlamento", potrebbe vedere mancare dei voti determinanti, complice lo scrutinio segreto. "Fino al 15 percento degli eurodeputati" che dovrebbero sostenere Ursula "potrebbero non farlo", sostiene Politico. "Ecco dove Meloni potrebbe dare una mano": i 78 voti di Ecr "potrebbero rivelarsi cruciali per il destino di Von der Leyen". Tuttavia, Meloni non pare orientata né a sotterfugi né a voti "strategici". La sua, sostengono fonti autorevoli anche dentro FdI, sarà una "scelta politica", chiara e alla luce del sole.

 

 

 

In questo senso, prosegue nel suo ragionamento Politico, se la leader di Fratelli d'Italia dovesse appoggiare la candidatura di von der Leyen, "consoliderà il suo posto come voce moderata" negli affari europei. Se invece ordinerà ai suoi parlamentari europei "di astenersi, rischia di relegare il partito (e l'Italia) ai margini". Tutto questo all'ombra dei rapporti con Matteo Salvini e la Lega (contrari alla rielezione di Ursula) da un lato e Antonio Tajani e Forza Italia (favorevoli) dall'altro. Sul tavolo della trattativa, c'è "un portafoglio importante per il commissario italiano, forse un ruolo nella distribuzione dei fondi, così come la carica di vicepresidente o vicepresidente esecutivo nella Commissione".

 

 

 

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