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Crollano i consumi, non l'inflazione:Codacons, "botta da 1.415 euro a famiglia"

Giulio Bucchi
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Crollano i consumi, ma l'inflazione resta a livelli altissimi. Secondo l'Istat, il costo della vita è sì rimasto sostanzialmente bloccato rispetto al mese precedente (+0,1%) ma conferma l'andamento negativo dell'ultimo anno, +3,1% rispetto a luglio 2011. L'inflazione acquisita per il 2012 si conferma invece al 2,8 per cento. Un andamento giudicato "scandaloso" dal Codacons, secondo cui i prezzi "dovrebbero semmai precipitare, non certo salire. Se questo non accade è perché in Italia non c'è un libero mercato, dato che i commercianti non possono nemmeno vendere liberamente sottocosto, ma devono seguire rigide regole (non più di 3 volte all'anno, non più di 50 prodotti, per non più di 10 giorni e così via)". L'associazione dei consumatori ha tradotto in soldoni le stime Istat: ogni famiglia italiana avrà una stangata sulla spesa effettiva (non dunque sul paniere su cui si calcola l'inflazione) "pari a 1.415 euro per un nucleo di 3 persone e 1.242 per una coppia. Una cifra che le famiglie non si possono permettere di pagare, dopo aver già versato tutte le nuove tasse introdotte dalle varie manovre correttive". Al governo Monti il Codacons chiede un secondo 'dl Cresci Italia' per intervenire su banche, assicurazioni, telefonia, luce, gas, carburanti e libere professioni. A luglio non decelerano beni energetici regolamentati (+1,6%) e servizi relativi ai trasporti (+1,4%), in calo invece alimentari non lavorati (-2,5%), frutta fresca e vegetali freschi su tutti, ed energetici non regolamentati (-1,6%), spiegato dal ribasso dei prezzi dei carburanti (che peraltro ha registrato proprio oggi un nuovo rialzo). Carrello della spesa in calo - Se la spesa effettiva non varia, il carrello della spesa è invece in discesa. A luglio i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori diminuiscono su base mensile dello 0,5% e registrano una attenuazione di quattro decimi di punto percentuale del tasso di incremento su base annua (4% dal 4,4% del mese precedente). Un lieve calo congiunturale si rileva anche per i prezzi dei prodotti a bassa frequenza di acquisto (-0,1%), il cui tasso di crescita tendenziale scende all'1,5% dall'1,6% di giugno 2012. I prezzi dei prodotti a media frequenza segnano un rialzo congiunturale dello 0,6% e aumentano su base annua del 2,8% (in attenuazione dal 3,0% del mese precedente). L'inflazione di fondo, calcolata al netto dei beni  energetici e degli alimentari freschi, è stabile al 2,2%, prosegue l'Istat secondo cui, al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo risulti stazionario al 2,3 per cento.  Meno acquisti - Secondo Coldiretti, il carrello della spesa meno caro è però anche più leggero, per effetto della crisi. Nel primo semestre 2012 si è verificato infatti un calo dello 0,7% in quantità negli acquisti domestici di prodotti alimentari. "Ad avere un segno negativo sono stati gli acquisti in quantità di carne, pesce, latte, frutta e anche vino mentre crescono solo quelli dei derivati dei cereali come pane e pasta. Le imprese agricole  pagano un conto salato per la crisi con crolli dei prezzi riconosciuti  alla produzione che vanno dal 27% per l'olio di oliva al 10% per il latte. "Dinanzi a tale situazione diventa necessario - conclude Coldiretti - scongiurare il rischio del previsto aumento dell'Iva dal 21 al 23% che costerebbe agli italiani oltre un miliardo solo per le spese alimentari, con effetti ulteriormente depressivi sui consumi a tavola". Le città più care - Sono Genova, Trento e Trieste le città in cui i prezzi hanno registrato, a luglio, gli aumenti più elevato rispetto allo stesso mese dello scorso. Nel capoluogo ligure i prezzi sono saliti del 3,9%, a Trento del 3,7% e a Trieste del 3,6 per cento. Le variazioni più moderate invece si sono avute a Campobasso, con il +1,9%, a Palermo con il +2,4%, a Bologna e Firenze, ex aequo, a +2,5%.  

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