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Fornero fa la maestrinapure sui morti del terremoto

Il ministro del Lavoro sui capannoni crollati: "E' naturale che terra tremi, ma in altri paesi gli edifici non crollano"

Matteo Legnani
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E' più forte di lei, come il ditino che alza ogni volta che parla in pubblico. Elsa Fornero ha fatto la professoressa per una vita e a fare la mestrina non riesce proprio a rinunciare. Con il solito tono da cattedra, ma con il colletto della camicia alzato da gita della domenica, il ministro del lavoro ha risposto ieri ad alcune domande dei giornalisti, dicendo sostanzialmente quel che avrebbe ripetuto più tardi nel suo intervento alla Camera sul terremoto che ha colpito l'Emilia. "E' naturale che la terra tremi - ha detto Elsa - ma non è naturale che crollino edifici. In altri paesi non succede". Parole che hanno creato uno strappo con Confindustria, il cui neopresidente Giorgio Squinzi ha replicato che "non è vero che i capannoni crollati erano di carta velina: erano signori capannoni, costruiti secondo tutti i crismi". Il discorso del ministro del Lavoro è sicuramente legittimo (pur in attesa delle ingdagini della magistratura che chiariscano se gli stabilimenti crollati era stati costruiti nel rispetto delle normative), visto che il disastro avrà per mesi pesanti ripercussioni sulla produzione industriale di ben tre province. Però è legittimo chiedersi perchè il ministro non sia intervenuto, prendendo posizione come ha fatto ieri, nei dieci giorni che hanno separato la prima scossa del 20 maggio da quella di ieri. Anche dopo il primo sisma i capannoni erano stati lesionati. Ma non risultano pronunce o avvertimenti della Fornero al riguardo. Insomma, "dopo" è sempre facile parlare.  

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