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La figlia di Vecchioni, il giornalista del Fatto Pisapia benedice i primi matrimoni gay

Alle celebrazioni anche Lerner per le nozze del fratello

Andrea Facchin
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  Nella stanza numero 233 degli uffici dell'anagrafe di via Larga a Milano, hanno preso il via le iscrizioni ufficiali al registro delle unioni civili. L'evento è stato inaugurato dalla coppia illustre formata dal giornalista omosessuale de Il Fatto Quotidiano Paolo Hutter e dal compagno Paolo Oddi. "Si sta vivendo un grande avvenimento, qui, perchè lo scandaloso ritardo di Milano ha coinciso con un momento di grande attenzione nel dibattito nazionale" ha dichiarato Hutter alla grande folla di giornalisti, fotografi, ma anche molti amici che ha invaso la sala. Tra gli ospiti c'era anche Gad Lerner, che per combinazione ha scoperto il nome di suo fratello e della compagna tra gli iscritti: "Due piccioni con una fava" ha scherzato. Hutter e Oddo si sono poi diretti in piazza della Scala, per posare una targa in onore delle dieci coppie gay unite simbolicamente in matrimonio vent'anni fa proprio da Hutter. Preparata da Arcigay, la targa recita: "I lucchetti chiusi il 27 giugno 2012, a 20 anni dai 10 matrimoni simbolici, verranno riaperti quando in Italia ci sara' una legge per il matrimonio tra omosessuali". Hutter ha quindi voluto precisare: "In futuro ci vuole una legge per il matrimonio gay e un'altra formula per gli etero che non vogliono sposarsi". Oltre alla coppia Hutter-Oddo, si è celebrata anche l'unione di un'altra iscritta illustre, Francesca Vecchioni, figlia del cantante Roberto, che si è sposata con la sua compagna. La Russa critico - In merito al debutto del registro delle unioni civili a Milano, è intervenuto Romano La Russa, consigliere regionale e dirigente del Pdl. "Come era facilmente preventivabile, è stato un vero e proprio buco nell'acqua, un autentico flop. Sono pochissime le coppie milanesi che hanno deciso di iscriversi ad un fantomatico registro che, legge alla mano, ha solo fini meramente statistici, senza dare alcun vantaggio o diritto. I milanesi, quindi, sono più furbi della Giunta Pisapia e hanno compreso che si tratta di un registro inutile, uno specchietto per le allodole ideato ad arte unicamente per compiacere i compagni di sinistra di Pisapia". Il consigliere ha poi aggiunto: " Piuttosto sarebbe utile sapere dall'Amministrazione Comunale milanese quanto costa ai contribuenti mantenere un ufficio adibito ad un registro che fa solo statistiche. Dedicare funzionari pubblici ad un servizio che nasce unicamente per un capriccio ideologico non è certo un bell'esempio di organizzazione amministrativa e di economicità. Il vento di Pisapia gonfia solo le spese della macchina comunale. Ma è ovvio che così è più facile far credere di aver aperto le porte alle unioni gay e quindi compiacersi quei movimenti che tanto utili sono stati in campagna elettorale".  

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