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Emergenza rom, il documento in Parlamento sulle periferie: "Se non si integrano, è colpa degli italiani"

Giovanni Ruggiero
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Arrivano buone notizie dal Parlamento per i rom che campeggiano in tutta Italia, molto meno buone per il resto degli italiani. Alla Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di sicurezza e sullo stato di degrado delle città e delle periferie è arrivata la prima bozza sulle misure che potrebbero essere adottate per fronteggiare emergenze come quella dei campi rom, ormai fuori controllo. Come rivelato da Il Tempo, già dalla prima riga relativa ai campi nomadi si intuisce che il problema sembra sempre meno chiaro ai deputati italiani. Secondo il documento, infatti, la presenza dei rom e le le situazioni di precarietà abitativa sono potenziali fonti di conflitto sociale nelle periferie, ma la "colpa è lo sfruttamento a fini elettorali operato talvolta da alcune forze politiche". I roghi, i furti e le continue minacce dei criminali che abitano i campi passano così in secondo piano. La soluzione suggerita dalla bozza del rapporto è quella di "attuare la Strategia nazionale di inclusione dei Rom", seguendo le linee guida dell'Unione europea. Sarà necessario "adottare misure di intervento nell'ambito delle politiche più generali di inclusione sociale per il miglioramento delle condizioni di vita di questa popolazione". La "Strategia nazionale di inclusione dei Rom" è un piano coordinato dall'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, l'Unar, diventato famoso dopo un servizio delle Iene che su quell'ente adombrava il sospetto di aver finanziato un'associazione che pratica lo sfruttamento della prostituzione maschile. Le idee dell'Unar sono ben note, a cominciare dalla volontà di piazzare i rom nelle case popolari, riconoscendo "la perdita dell'abitazione - nei campi come sfratto nei termini di punteggio per gli alloggi di edilizia residenziale pubblica". E se proprio i rom non vogliono lasciare le loro baracche, a chi le abita andrà garantito "quei servizi minimi come il ritiro dei rifiuti da parte delle municipalizzate". Tradotto dal burocratese, i contribuenti italiani dovrebbero far fronte in un modo o nell'altro alla sistemazione di chi finora non ha mai voluto integrarsi e vivere nella legalità. I fondi per "integrare" i rom nella vita civile non mancano, l'Unar può beneficiare di una dotazione da 9 milioni di euro che saranno spesi, attraverso il Pon inclusione, anche per trovare un bel lavoro ai rom. Un regalino che prevede prima la promozione della "memoria e cultura di questi gruppi, attraverso attività educative per studenti inerenti la storia e la cultura dei rom, sinti e carminanti, nonché il fenomeno dell'antigitanismo, pretendendo un focus specifico sul 'Porrajmos' (cioè lo sterminio dei rom durante la Seconda guerra mondiale), da inserire nel calendario e nei programmi scolastici dei nostri bambini".

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