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Carabiniere ucciso a Roma, fermati due sospettati: "In un hotel vicino a Prati"

Davide Locano
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Otto coltellate. Mortali. Colpito e ucciso senza pietà. Una morte orribile quella di Mario Cerciello, carabiniere di 35 anni, ammazzato nella notte a Roma vicino a Prati. Una vicenda che sconvolge l'Italia. Ora, si apprende, due persone sono state fermate: si stringe il cerchio sulla brutale aggressione che è costata la vita al nostro militare. I due, che saranno ascoltati dai militari, non sono al momento in stato di fermo: avevano una stanza all'hotel LeMeridien Visconti di via Cesi, sempre in Prati, a pochi passi dal luogo in cui è stato ucciso il carabiniere. Il colpo fatale ha colpito Cerciello al cuore, mentre cercava di fermare insieme ad un altro collega due ladri nordafricani. Ucciso in seguito a una colluttazione con due ladri, che erano stati contattati dalla vittima di uno scippo per arrivare a uno scambio: 100 euro in cambio di un borsello rubato. Ma all'appuntamento con i banditi, la vittima si è presentata con due carabinieri che hanno provato a fermarli. Da lì il caos, la colluttazione, le coltellate, la morte: il balordo che colpisce i carabinieri, accanendosi su Cerciello. Il militare è morto al Santo Spirito di Roma. Leggi anche: Meloni sul killer del carabiniere: "Bestia indegna dell'Italia" Prima del fermo dei due sospettati, erano emersi i primi particolari sull'identikit del killer: capelli scuri, con le meches, alto circa un metro e ottanta. E una felpa nera. Sulla base di queste poche informazioni proseguiva la ricerca in tutta Roma. Caccia all'uomo che con ha spezzato la vita a un carabiniere che stava semplicemente facendo il suo dovere. Un ricordo è apparso sulla pagina Facebook dell'Arma dei carabinieri: "Nella sua nuda essenza anche la tragedia più grande è fatta di numeri: il Vice Brigadiere Mario Cerciello Rega aveva 35 anni, era sposato da 43 giorni e 13 ne erano passati dal suo ultimo compleanno. È morto stanotte a Roma per 8 coltellate, inferte per i 100 euro che i due autori di un furto pretendevano in cambio della restituzione di 1 borsello rubato. In gergo si chiama 'cavallo di ritorno'. Ma quei numeri non sono freddi - continua il post dei carabinieri -, sono il conto di un'esistenza consacrata agli altri e al dovere, di una dedizione incondizionata e coraggiosa, di un amore pieno di speranze e di promesse. E la tragedia reca la cifra più alta: l'infinito. Il più vivo dolore per una mancanza che affligge 110 mila Carabinieri. Il più vivo cordoglio ai Suoi cari, che stringiamo in un immenso, unico abbraccio".

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