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Baby gang in rosa, Anna Ambrosino: "Occorrono dei flash mob da parte delle mamme"

Giulio Bucchi
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Quello delle baby gang è un fenomeno dilagante da nord a sud dell'Italia. Ragazzini che si esprimono con la violenza per poter dimostrare a se stessi che valgono qualcosa. È di due giorni fa l'ennesimo attacco a Casoria in provincia di Napoli, anche se questa volta è una baby gang tutta al femminile. "Per arginare questo fenomeno - dichiara l'avvocato Anna Ambrosino - occorre una cosa semplice e antica che non passa mai di moda educazione e rispetto delle regole. Genitori distratti, troppo impegnati nell'inseguire il proprio io, figli vittime del silenzio che li circonda, un rumore assordante che li spinge a ricercare la propria identità nell'illegalità, magari emulando cattivi esempi del cinema o della tv. Qualcuno potrebbe pensare che la veste femminile della baby gang possa rappresentare l'espressione del raggiungimento della parità sessuale, ma in realtà rappresenta l'assenza totale della figura della mamma, una figura che non può essere sostituita da niente e da nessuno". I genitori hanno la responsabilità di seguire i propri figli, troppe volte stiamo assistendo a questo tipo di fenomeno criminale, dove l'estrazione sociale non detta regole. "Se questi sono i risultati - conclude l'avvocato Ambrosino - dobbiamo creare alternative, proiettiamo i nostri figli verso la cultura, la bellezza, lo sport, far capire loro che fuori le porte dell'indifferenza c'è un mondo da costruire, dove possono essere protagonisti della loro vita. Le istituzioni devono continuare ad investire sulla famiglia, architrave della società. Perché non creare il movimento delle mammine che anche se fa rima con sardine non sarebbe inutile e privo di ogni contenuto, ma potrebbe tutelare tanti ragazzi e genitori ".

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