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Rita Dalla Chiesa, la furia per la vergogna del prof contro la studentessa malata di Covid: "Per voi va denunciato?"

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Tiene il banco il tema-scuola. La didattica a distanza, infatti, potrebbe tornare preponderante con il primo dpcm di Mario Draghi: secondo quanto si è appreso, il premier ha chiesto un parere al Comitato tecnico scientifico sull'impatto della didattica in presenza per quel che concerne il contagio. Il parere dovrà essere circostanziato per ogni tipo di fascia: gialla, arancione e rossa. Il coronavirus, infatti, con le varianti non molla. Anzi, picchia durissimo. E insomma, i ragazzi potrebbero essere "condannati" a tornare a seguire le lezioni quasi esclusivamente da remoto.

 

E in un momento di tensione e polemica come questo, ecco piovere anche la denuncia di Rita Dalla Chiesa. Una denuncia relativa a un caso particolare, specifico e, se così fosse, piuttosto scandaloso. Scrive infatti la Dalla Chiesa su Twitter: "Vi sembra normale che un professore di italiano e storia della scuola secondaria I.C. Carlo Alberto Dalla Chiesa di Roma si rifiuti di fare DAD ad una ragazza di terza media, a casa da un mese per Covid? È nei suoi diritti? O sarebbe passibile di denuncia? Condividete!!!", conclude la Dalla Chiesa. Insomma, ci sarebbe un professore che rifiuta di fare la Dad a una ragazza costretta a casa poiché positiva al coronavirus. Un caso, come detto, che fa davvero riflettere.

 

Per quel che riguarda la chiusura delle scuole, si è già espresso anche Giovanni Rezza, direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute. E le sue parole sembrano lasciare aperti ben pochi spiragli: "Quando si parla di chiusure scolastiche è sempre doloroso - ha premesso - Ma laddove ci sono dei focolai o presenza di varianti - ha continuato - è chiaro che tale decisione dolorosa è assolutamente da considerare. Dobbiamo essere pragmatici", ha rimarcato Rezza. E ancora, ha aggiunto che l'abbassamento dell'età media dei contagi che si è registrato i queste ultime settimane "potrebbe essere un fatto legato alla diffusione delle varianti nelle scuole".

 

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