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Coronavirus, l'anestesista eroe di Padova? Un anno dopo, sconcertante scoperta: perché l'hanno sospeso

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Da simbolo della lotta al Coronavirus a nome-copertina dei no vax: è la parabola, sconvolgente, di Alessio Scatto, anestesista di Padova sospeso dall'Azienda Ospedale Università di Padova perché non vaccinato contro il Covid, per scelta. La sua storia è raccontata da Il Mattino di Padova, perché Scatto non è un medico qualunque. Durante la prima ondata, era diventato famoso per la lettera scritta dalla fidanzata e pubblicata su Facebook: "Ti vedo in quel reparto, con quella tuta... il caldo, la fatica, la tensione... e non ti ho mai visto più bello".

 

 

 

 

 

 

L'anestesista era in prima linea, insieme a molti colleghi, quasi disarmato davanti alla nuova minaccia. Un eroe in camice, un angelo in corsia. Così venivano definiti medici e infermieri che combattevano la pandemia quasi "a mani nude". Ora che la corazza è arrivata, ed è disponibile per tutti, lui è uno dei non pochi operatori sanitari e dottori che hanno rifiutato di vaccinarsi. 

 

 

 



Per questo motivo, come si legge nell'Ordine dei Medici di Venezia, dove è iscritto dal 1996, Scatto non può più esercitare la professione di anestesista almeno fino al 31 dicembre 2021. A Padova non è il solo no vax: ci sono infatti altri 86 operatori dell'azienda ospedaliera sospesi perché non ancora vaccinati nonostante vari richiami dell'Usl. "Per la prima volta nella mia vita l’ho visto spaventato - aveva raccontato all’epoca la fidanzata -. Alessio per carattere si agita poco, è in grado di gestire momenti molto difficili, anche grazie al suo lavoro. Questa volta invece l’ho visto preoccuparsi giorno dopo giorno per una situazione che appariva sempre più grave". La vicenda di Scatto mette in dubbio quella che veniva considerata una delle poche certezze maturate in questi mesi: è contro i vaccini solo chi non ha visto in faccia l'orrore del Coronavirus. 

 

 

 

 

 

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