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Russia, missione-Covid in Italia: "Volevano testare il vaccino": usati come cavie? "Il vero piano del Cremlino"

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Nei gironi dell'invasione dell'Ucraina, come è noto, è tornata sotto ai riflettori la missione russa in Italia ai tempi del primo lockdown per Covid, nel marzo 2022. Gli "aiuti" mandati da Vladimir Putin al nostro Paese, le parate per le strade d'Italia di camion e bandiere russe concesse da Giuseppe Conte, che firmò l'intesa. Ufficialmente, operazione umanitaria. Il sospetto, tornato ora di stringente attualità, è che si trattasse di spionaggio: tra i russi arrivati in Italia, infatti, c'erano anche generali, militari ed ex spie.

 

Ma ora, a dare una chiave interpretativa differente a questa vicenda, ci pensa Dagospia. Con un retroscena che ha del clamoroso e in cui si sostiene che lo spionaggio non c'entrasse nulla. Niente cimici, nessun tentativo di trafugare segreti di Stato. Si legge infatti sul sito diretto da Roberto D'Agostino: "I servizi segreti italiani, che hanno storicamente avuto un dialogo con i colleghi russi, sapevano che nella delegazione messa su da Putin c’erano militari e uomini dell’Intelligence. È ingenuo pensare che i nostri servizi fossero all’oscuro di quel che stesse accadendo", si fa notare.

Bene, ma allora cosa stava accadendo? La risposta che offre Dagospia ha del clamoroso: "L’obiettivo dei russi era sperimentare, in quello che era il principale focolaio d’Europa in quel momento, le prime composizioni del vaccino Sputnik. Putin voleva portare a casa un successo internazionale: mostrare l’avanguardia della scienza russa e poi produrre, all’estero, il vaccino con cui salvare il mondo". Insomma, i russi avrebbero voluto usare gli italiani come "cavie", il tutto nei giorni più drammatici della pandemia, quelli che avevano piegato il Nord. 

 

E a sostegno della tesi, sempre Dago, ricorda come a Report, la trasmissione di Rai 3, il capo del laboratorio dell’Istituto Gamaleya di Mosca, Vladimir Goushin, aveva ammesso che il primo prototipo del vaccino Sputnik era stato creato a febbraio 2020. Dunque, i tempi coincidono. E Sputnik "fu somministrato in Russia già agli inizi di marzo, senza nemmeno aspettare i test. Il 22 marzo la delegazione russa arrivò in Italia. Praticamente Mosca ha avuto prima il vaccino anti-Covid del Covid stesso, visto che le ondate del virus arrivarono in Russia nei mesi successivi", conclude Dagospia.

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