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Italiani più poveri e pure al freddo 

Gianluca Mazzini
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Le immagini di Milano con migliaia di persone che in questi giorni di festa si sono messe in coda per un pasto caldo hanno scosso l'opinione pubblica. Nella città più ricca d'Italia è esplosa la povertà. Solo l'Opera San Francesco, nei giorni di Natale, ha distribuito fino a quattromila pasti al giorno. Quest'anno ad attendere per un piatto caldo non c'erano solo extracomunitari, senza tetto o anziani, ma anche intere famiglie con bambini. Una cosa mai vista. Alla crisi economica si è aggiunta la guerra in Ucraina costata fino ad ora 76 miliardi, solo per contenere l'impatto dei rincari. Oggi sono saliti a quasi sei milioni gli italiani in povertà ma quello che sta avvenendo a Milano, da sempre locomotore dell'economia nazionale, è un drammatico segnale di allarme per tutti. Anche perché ci sono povertà meno appariscenti delle code in strada ma altrettanto drammatiche. Si pensi ai 2,2 milioni di italiani in condizioni di povertà energetica

 

Secondo l'Osservatorio italiano sulla povertà energetica una famiglia italiana su dieci sta passando l'inverno al freddo e al buio. Quasi il 9% degli italiani non possono permettersi servizi di riscaldamento, raffreddamento, illuminazione, gas per cucinare nelle abitazioni e opportunità di accesso alle risorse di calore. Questa inflazione energetica è acuita dalla guerra in Ucraina che ha comportato anche un aumento del costo della vita per gli italiani molti dei quali non sono più in grado di affrontare spese essenziali. Secondo l'indagine Ipsos, commissionata dal Banco per l'Energia (ente filantropico nato per sostenere famiglie in difficoltà con un focus sulla povertà energetica), otto italiani su dieci sono angosciati per il caro energia e la metà di loro sta riducendo i propri consumi energetici.

 

L'infelice affermazione di Mario Draghi: «Volete la pace o i condizionatori accesi?» si è ribaltata. Adesso non abbiamo la pace ma i caloriferi spenti. È soprattutto nelle grandi città dove i limiti al riscaldamento imposto dai comuni stanno recando danni alla salute dei cittadini. La riduzione delle ore di accensione delle caldaie sommata alle basse temperature imposte per legge non permette di riscaldare adeguatamente gli stabili, in particolare ai piani alti. Questo impoverimento energetico ha un impatto sociale devastante perché aumenta i casi di influenze in un momento drammatico per la Sanità, con l'incubo Covid sempre sullo sfondo. Secondo molti farmacisti la virulenza dell'influenza di quest' anno, con migliaia di medicine introvabili, è anche da attribuire alle basse temperature negli edifici. Paradossale la situazione nelle scuole. Il 44% degli studenti (dati Skuola.net) soffre di freddo all'interno delle aule. Secondo la maggior parte dei ragazzi si studia al gelo perché i termosifoni vengono tenuti spenti per molte ore durante la giornata al fine di limitare i consumi di energia. Davanti a questa emergenza sociale a cui si aggiunge quella produttiva con il caro bollette che ha messo in ginocchio molte attività produttive fa specie apprendere che tutti i governi a partire da Conte (aumento di 3 miliardi) stanno moltiplicando le spese militari ma sembrano non vedere le conseguenze devastanti del conflitto ucraino anche per gli italiani.

 

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