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Eugenio Giani, ambientalisti contro il governatore Pd: alluvione, la colpa è sua

Claudia Osmetti
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Un’altra notte di paura, un’altra notte di tempesta. Con raffiche di vento anche a ottanta chilometri orari, con mareggiate sul litorale, coi torrenti (l’Ombrone pistoiese, il Brano e il Quarrata) che superano i livelli di guardia e, in alcuni casi, rompono gli argini. Mezza Toscana è (ancora) sott’acqua. Alcuni Comuni sono senza quella potabile; in provincia di Empoli venti famiglie sono sfollate e le scuole chiuse; gli interventi del corpo dei Vigili del fuoco salgono a 3.800; in 15mila non hanno l’elettricità. Ma forse il dramma della situazione lo dà, nel primo pomeriggio di ieri, il sindaco di Montale (Pistoia), Ferdinando Betti, quando afferma: «C’è lo sversamento del fiume Agna, ringrazio tutti coloro che si stanno rendendo disponibili come volontari, ma consiglio per ora di non venire». Il maltempo, l’alluvione, il disastro. Unito alle polemiche che, pure loro, arrivano a ondate.

 

GIUBBOTTO E STIVALI «Rendiamoci conto di cosa sono i cambiamenti climatici», sbotta, da due giorni, il governatore della Toscana, il dem Eugenio Giani, giubbotto catarifrangente arancio della Protezione civile e stivali di gomma ai piedi, in mezzo al torrente Bardena che è uscito dall’alveo e ha modificato il suo corso: «Siamo in una nuova epoca, è cambiata la geografia dei luoghi». Epperò, cambiamento climatico sì- cambiamento climatico no, che a Firenze e dintorni fosse necessario intervenire sulla difesa del suolo lo sapevano bene, lo sapevano almeno dall’aprile scorso quando (appunto e benemeritamente) la Regione di Giani ha annunciato in pompa magna l’investimento di 700 milioni di euro, 60 dei quali grazie al piano post-pandemico Pnrr, per 23 progetti. Tra questi, uno dei più consistenti è il consolidamento dei muri di argine del fiume Bisenzio a Campi Bisenzio (Campi Bisenzio che è allagata da sabato): 2.721.477,56 euro di finanziamento totale, bando di gara pubblicato il 16 ottobre scorso, collaudo previsto per giugno del 2026 (è tutto sul sito della Giunta regionale toscana, a scanso di equivoci).

Non che Giani avesse la palla di cristallo, non ce l’ha nessuno (e, tra parentesi, coi tempi della burocrazia italiana è già tanto che è stata messa in cantiere la prospettiva di un cantiere): ma allora il “climate change” c’entra fino a un certo punto. C’entra che la manutenzione del territorio si fa a prescindere, altrimenti poi son dolori.E abbiamo visto quali. Senza contare che Giani, in queste ore, deve fare i conti anche con le associazioni degli ecologisti più intransigenti, come quelli dell’associazione Idra, nata no-Tav e finita ultra-green, che le sue parole sul cambiamento climatico le han prese maluccio. «Gli atti del suo (di Giani, ndr) governo parlano chiaro», scrive la Idra in un comunicato, «il rilancio del fossile a Piombino, il sacrificio dei boschi per l’eolico industriale nel Mugello, il consumo del sottosuolo a Firenze: con che coraggio oggi Giani scrive del cambiamento climatico dopo le ultime esondazioni?». È che allora finisce per essere un boomerang, ‘sto benedetto (si fa per dire) cambiamento climatico. Intanto in quella stessa Campi Bisenzio dell’hinterland fiorentino si spala in mezzo al fango. Nei seminterrati, nelle cantine, nei marciapiedi. Su muri è rimasto il segno dell’acqua. Ci sono anche gli scout che danno una mano, ci si aiuta come si può.

 

«Ci sentiamo abbandonati», dice qualcuno nella frazione di San Piero a Ponti, «dov’è l’esercito? Nel 1966 arrivarono i militari, perché oggi non c’è nessuno?». Ma oggi c’è lo stesso Giani a doversene occupare in quanto nominato “commissario” per l’emergenza dalla Protezione civile.

 

VOLONTARI Intanto dalla Puglia parte una colonna proprio della Protezione civile con cinquanta volontari e mezzi di soccorso, direzione centro Italia. Mentre dal Piemonte lo stesso: arrivano a Montemurlo (Prato) novanta volontari, otto idrovore e dodici pick-up. E dalla Calabria, dal Lazio, dalla Lombardia, dalle Marche, dall’Umbria, dalla Valle d’Aosta idem. La solidarietà che non conosce limiti, come è giusto che sia. Anche se il maltempo colpisce pure il Friuli, l’Emilia Romagna e il Lazio. Nei prossimi giorni il clima dovrebbe migliorare: «Qualche passaggio nuvoloso, ma niente pioggia fino a giovedì», assicura in serata Giani, aggiungendo però che «la quantificazione dei danni» sarebbe già attorno al «mezzo miliardo di euro sull’area Firenze-Prato-Pistoia. E poi c’è da da stimare anche ciò che è avvenuto a Pisa e Livorno».

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