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Bologna, rissa tra africani in stazione: finisce in disgrazia, rivolta in città

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Simona Pletto
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Bolognesi sempre più arrabbiati. Da una parte costretti a guidare col naso incollato al contachilometri per evitare multe, visto il limite dei 30 all’ora imposto di recente dalla giunta targata Pd. Dall’altra continuano a vedere la propria città sempre più allo sbando, tra degrado, rapine, baby gang che rubano e devastano, stranieri che stuprano e si pestano in strada. Di giorno come di notte.

L’ultimo episodio si è verificato domenica in zona stazione. È qui che un nigeriano e un marocchino, entrambi sui 40 anni, si sono affrontati in una rissa di inaudita violenza, conclusa con l'intervento del 118 che ha soccorso i litiganti, entrambi feriti, e della polizia che li ha denunciati. Dietro a tanta brutalità, sfociata anche in una bottigliata, il rifiuto di donare una sigaretta. La reazione dell’aggredito, un uomo piuttosto robusto, è stata molto decisa, tanto che alla fine ad avere la peggio è stato il nordafricano, colpito con una serie di pugni in faccia tanto da riportare una lesione alla mandibola. I due litiganti sono finiti al pronto soccorso: il marocchino per lesioni aggravate dall’uso della bottiglia, il nigeriano per lesioni semplici. Il primo è in Italia con una domanda di protezione internazionale, il secondo risulta regolare.

 

L’episodio riporta l’attenzione, per l’ennesima volta, su questo quadrante della città, dove da mesi si incrociano vite sbandate, spacciatori, tossicodipendenti, alimentando polemiche per i problemi di sicurezza. Durante le feste di Natale, solo per citare le ultime risse, in pieno giorno c’era stato un pestaggio (filmato da un passante) nel quale era rimasto seriamente ferito un africano. A novembre un 17enne tunisino era stato accoltellato durante una lite con un giovane afgano. Da settimane nella zona sono stati potenziati i controlli delle forze dell’ordine, ma evidentemente questo non è sufficiente.

«Anziché multare il cittadino che va ai 35 all’ora, sarebbe meglio se il sindaco Matteo Lepore girasse la testa a vedere come è ridotta Bologna. La gente qui ha paura a uscire in strada, altro che “città ai trenta”». È questo il leitmotiv che rimbalza in tanti post apparsi sui social. «La giunta Lepore ormai investe solo in piste ciclabili e in zone 30» attacca in questo senso Nicola Stanzani, consigliere comunale e capo gruppo di Forza Italia. 

«Ha già annunciato – aggiunge il consigliere di opposizione - che vuole realizzare ciclabili in tutte le strade bolognesi, riducendo così carreggiate e posti auto. E per far tacere chi si rivolta all’ideologia di sinistra tutta green, ha risolto il problema dei gravi ritardi degli autobus causati proprio dal limite dei 30 all’ora riducendo il numero delle corse. Tutto questo mentre ci sono quartieri della città dove è pericoloso girare. Ma la giunta Pd, anziché intervenire, da quando è cambiato il governo, rimpalla tutte le colpe della mancata sicurezza sullo Stato». Dal limite dei 30 all’insicurezza di una città considerata fuori controllo: sui social le reazioni di rabbia dei cittadini si sprecano. «Alle prossime elezioni provate a votare diversamente», suggerisce per esempio Christian. «Speriamo che il ministro dia una sistemata a questa follia» si augura Luca, riferendosi alla direttiva in forza della quale Matteo Salvini ha chiesto a Lepore di rivedere le regole sulla viabilità cittadina. «Sa cosa dicono in tanti? Accidenti a me a quando li ho votati». 

Così il consigliere di quartiere Porto Saragozza (zona stazione), Annamaria Cesari. «Io ho chiesto telecamere di videosorveglianza – continua - in diverse zone a rischio come il Parco Melloni, divenuto una via di fuga per spacciatori e delinquenti, ma nulla. Qui i ladri hanno addirittura tirato un cane giù dalla finestra. E sa cosa mi hanno risposto da Palazzo D’Accursio? “Non servono le telecamere, qui non siamo mica a Bogotà”. Certo che lo siamo. La gente è stanca, gli anziani non sono più liberi di uscire a fare la spesa perché vengono rapinati, agli studenti rubano cellulari e portafogli. Ogni giorno ci sono crimini, si vedono zingari che si lavano nelle fontane, sbandati che orinano in strada. Che altro serve per cambiare passo?».

 

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