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I pro-Pal fermano gli aerei e rilanciano il blocco totale

di Alessandro Gonzatosabato 27 settembre 2025
I pro-Pal fermano gli aerei e rilanciano il blocco totale

( Ansa)

3' di lettura

Perdigiorno in presidio permanente, speriamo meno violenti dei compagni che lunedì in nome della pace in Palestina hanno scatenato la guerriglia dentro e fuori la stazione centrale di Milano ferendo ottanta poliziotti e sequestrando per ore i passeggeri. «Da oggi cento piazze per Gaza, presidi in tutt’Italia», ha rilanciato ieri l’Unione sindacale di base, la stessa Usb organizzatrice dell’ultimo sciopero che molte zucche vuote ornate di kefiah – appunto – hanno trasformato in delinquenza. L’Usb, leggiamo nel comunicato, ha creato «accampamenti permanenti in ogni città». Il sindacato fa le ultime prove «verso la manifestazione nazionale del 4 ottobre a Roma», ancora per Gaza e il Circo-Flotilla, non per i 22 contratti sotto i 9 euro l’ora sottoscritti dalla Cgil di Maurizio Landini (ci arriviamo).

Già ieri gli scioperi hanno creato diversi disagi, e ad andarci di mezzo sono stati i voli. A indire la mobilitazione, per 24 ore, è stata la Cub-Trasporti, che ha mescolato rivendicazioni salariali a picchetti anti Israele: in particolare ne hanno risentito i passeggeri di Wizz Air Malta (sindacato Filt-Cgil) e quelli di Volotea (Uilt-Uil). A Malpensa gli scioperanti hanno bloccato pure il transito dei container: «Siamo qui per Gaza e non solo», ha informato Renzo Canavesi, portavoce Cub, «siamo qui per dire basta al genocidio ma anche per dare un segnale al governo. A giugno, a Cargo City» – una cittadella delle merci all’interno dell’aeroporto – «l’aeronautica militare ha aperto un ufficio per agevolare il transito di materiale bellico destinato anche ad Israele».

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Il ministero dei Trasporti ha diffuso una nota: «Prendiamo atto dell’intervento del Garante degli scioperi nei confronti dell’Usb. Il diritto alla mobilitazione non è in discussione, ma ci sono regole che vanno rispettate anche a tutela degli altri cittadini. Auspichiamo che tutte le manifestazioni di dissenso si svolgano senza violenze e senza comprimere i diritti delle persone, a partire da viaggiatori e lavoratori».

L’Usb ha denunciato il «carattere pretestuoso» e l’«intervento intimidatorio» del Garante: «Confermiamo tutte le iniziative negli scali di Malpensa, Linate, Pisa, Firenze, Fiumicino e Napoli, vorremmo ricordare alla Commissione di garanzia che la stessa Costituzione afferma che l’Italia ripudia la guerra», e però andrebbe ricordato alla sinistra che vuole aprire il fuoco contro le navi israeliane.

Dopo la nota del ministero è intervenuto in prima persona Matteo Salvini: «Spero solo che in questo weekend non ci siano altri blocchi ferroviari, di autostrade, porti e aeroporti, perché è giusto sostenere la propria causa ma senza danneggiare il lavoro e la salute altrui. Se uno sventola la bandiera della Palestina per me è libero di farlo. Ma quando uno mi arriva a due metri», ha sottolineato, «gridando e impedendomi di parlare, dandomi dell’assassino, l’atteggiamento è già più discutibile».

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Dicevamo di Landini, il quale si sente scavalcato a sinistra dall’Usb: «Quelle sulla mancata adesione della Cgil allo sciopero di lunedì sono polemiche infondate. Quando gli obiettivi sono comuni, altre discussioni non servono». La Cgil, ufficialmente, aveva scioperato il sabato precedente. “Mister referendum disastrosi” ha gonfiato il petto: «Vorrei ricordare che non ci sono altri sindacati in giro per il mondo che hanno proclamato scioperi come ha fatto la Cgil», e insomma se ne vanta. Infine l’ennesima pensata: «Se la Flotilla verrà nuovamente bloccata sarà sciopero generale», e non si capisce se andrebbe a sommarsi a quello già programmato per la settimana prossima. È intervenuto il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: «L’appello di Mattarella, che condivido, è stato respinto con affermazioni nette.

C’è stato un segretario di un grande sindacato che ha detto “Se qualcuno farà qualcosa alle barche della Flotilla scateneremo lo sciopero generale”. E più grave è quanto ha detto la portavoce della missione, secondo cui la proposta è stata strumentale perché non ci fosse una compiuta denuncia dell’illegalità del blocco navale di Israele. Questo», ha spiegato Piantedosi, «è l’elemento di preoccupazione, perché conferma che c’è un’intenzione da parte di alcuni, ovviamente non di tutti, di trasformare questa vicenda in qualcosa che potrà riflettersi nelle nostre piazze». Controreplica di Landini: «È lui che dev’essere responsabile». L’Unione degli universitari (di sinistra, pure estrema) informa che occuperà tutto ciò che è possibile «finché la Palestina non sarà libera». Sarebbe già importante liberare gli atenei da certi sfaccendati.