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Lo Stato delle Cose, la lite De Rensis-Colaprico: "Posso dirlo?!"

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martedì 4 novembre 2025
Lo Stato delle Cose, la lite De Rensis-Colaprico: "Posso dirlo?!"

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A Lo stato delle cose, condotto da Massimo Giletti, si è tornati a discutere del caso Garlasco, l'omicidio di Chiara Poggi avvenuto il 13 agosto 2007, che continua a generare colpi di scena e dibattiti accesi. L'attenzione si è concentrata in particolare sulla presunta corruzione orchestrata da Giuseppe Sempio, padre di Andrea Sempio – l'attuale indagato per omicidio in concorso della giovane Chiara – nei confronti dell'allora procuratore aggiunto di Pavia, Mario Venditti. Secondo gli inquirenti, nel 2017 Sempio avrebbe offerto una somma tra i 20.000 e i 30.000 euro a Venditti per favorire l'archiviazione dell'inchiesta sul figlio Andrea, amico del fratello della vittima, Marco Poggi.

Questa ipotesi emerge da un "pizzino" sequestrato a casa dei Sempio, con la scritta "Venditti gip archivia 20/30 euro", interpretato come prova di un patto corruttivo. La famiglia Sempio ha negato ogni addebito, definendo l'appunto una semplice nota per spese legali, ma le versioni fornite nelle ultime settimane non sono sempre state coerenti, alimentando sospetti su un tentativo di influenzare il corso della giustizia.Lo scrittore Piero Colaprico, ospite in studio, ha offerto una prospettiva critica sulla famiglia Sempio, descrivendola come "una famiglia abbastanza complicata, che è finita schiacciata in questa storia". Colaprico, autore di libri sul caso, ha difeso il principio del garantismo processuale, sottolineando: "Forse avrò una visione parziale, però sui libri di giurisprudenza io trovo scritto che è l'accusa che deve dimostrare la colpevolezza dell'indagato. Quando è l'indagato che deve dimostrare la sua innocenza, andiamo a finire un po' nell'inquisizione. Quindi questo dal punto di vista mediatico ci può stare, dal punto di vista delle carte giudiziarie secondo me no".

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Secondo lui, il peso mediatico del caso rischia di travolgere i principi basilari del diritto, trasformando un'indagine in un processo all'opinione pubblica. Colaprico ha evocato un approccio equilibrato, basato sulle prove giudiziarie piuttosto che sulle speculazioni, ricordando come il caso Garlasco sia già costellato di errori investigativi passati, inclusa la gestione iniziale delle tracce biologiche come il DNA sulle unghie di Chiara, recentemente ritenuto valido per nuovi confronti con il profilo genetico di Andrea Sempio.Il dibattito si è infiammato quando la parola è passata ad Antonio De Rensis, avvocato di Alberto Stasi – il fidanzato di Chiara, condannato in via definitiva a 16 anni per l'omicidio e attualmente in semilibertà. De Rensis ha ironizzato sul "garantismo intermittente" attribuito a Colaprico, accusandolo di applicare due pesi e due misure: "Sono rimasto affascinato dal garantismo del dottor Colaprico e quando lo sento parlare, del garantismo degli altri tranne Stasi, io sono estasiato". Ha proseguito con sarcasmo: "Lui ha un garantismo intermittente, quando c'è Stasi salta fuori la santa inquisizione - continua De Rensis - È una mia libera interpretazione da modesto avvocato, quando lei si rivolge a Stasi è un membro della sacra inquisizione. Per tutti gli altri cittadini lei è un iper-garantista, io sono felice di questo per tutti gli altri cittadini. Per quanto riguarda Alberto Stasi, vedremo nei prossimi mesi..". Questa stoccata ha evidenziato le tensioni irrisolte del caso: Stasi, secondo la sua difesa, è vittima di un processo mediatico ingiusto, mentre l'emergere di Sempio come nuovo indagato riapre ferite mai chiuse, con accuse di concorso che potrebbero collegare i due nomi. Colaprico ha replicato: "Il tema è che Stasi ha una sentenza passata in giudicato", ribadendo che le sue critiche si concentrano sullo Stasi "indagato" del passato, non su quello condannato. "Questa è la mia modesta opinione, posso avere il diritto di pensiero Dottor Colaprico?", dice l’avvocato nel momento in cui il giornalista ribatte con un "no, questo è sbagliato".

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