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Saylor, il leone marino massacrato torna a camminare

di Filippo Manfredinigiovedì 25 dicembre 2025
Saylor, il leone marino massacrato torna a camminare

3' di lettura

Ci siamo cresciuti più o meno tutti, con le favole di Esopo. In effetti, foche o similari non sono mai stati al centro delle storie raccontate dallo scrittore greco - ovvio, lui nemmeno sapeva che esistessero, questi strani animali. Figuriamoci il leone marino, bestione intelligente e dal carattere curioso e giocoso che in genere vive placido nelle basse acque dove il clima è o caldissimo (tropici) oppure freddissimo (aree subartiche). E dunque non sappiamo che morale si possa trarre da questa vicenda (reale, mica frutto di fantasia). Certo è edificante, quasi commovente, addirittura.

IL RITROVAMENTO
Gli “eroi” della vicenda sono i Carabinieri Forestali del Cites, l’unità dell’Arma specializzata nel contrasto del commercio illegale di specie animali a rischio: sono stati loro a eseguire il sequestro di un esemplare maschio di leone marino sudamericano, disposto dalla Procura di Verona. L’hanno trovato, il poverino, all’interno di un furgone parcheggiato in un piazzale della città scaligera in uso a un’azienda locale, immerso in pochi centimetri d’acqua sporca all’interno di una vasca di dimensioni del tutto inadeguate. Roba da non credere: il pinnipede, che per vivere come si deve- anche in cattività, eventualmente - ha invece bisogno di ampi spazi e di una vasca d’acqua in cui immergersi, era invece detenuto (è proprio il caso di dirlo) dentro l’automezzo. Altro che nuotare o anche solo farsi un tuffo. Un incubo. Non è dato sapere perché il proprietario di Saylor questo il nome dato a questo maschio adulto di 21 anni - lo costringesse in quella situazione: resta il fatto che i militari lo hanno deferito all’autorità giudiziaria, lui e altre due persone, per l’ipotesi di reato di maltrattamento di animali. E hanno portato via l’animale: la vita media di un’Otaria Flavescensquesta è la specie a cui appartiene Saylor - è 25-30 anni, dunque è un esemplare anziano. Che, si spera, potrà vivere degnamente i suoi ultimi anni.

In questo senso, è stato portato al giardino zoologico di Napoli. E lì sta riprendendo confidenza con la vita e con gli elementi per lui più naturali e istintivi. Con l’acqua, soprattutto. Grazie alla grande vasca presente nell’area dove è ospitato. E anche con l’affetto delle persone: con i suoi 300 chili, Saylor non passa inosservato ai visitatori del parco. La struttura napoletana lo ha accolto con gioia. «Se le accuse di maltrattamento saranno confermate – fa sapere la direzione dello zoo –, l’animale resterà in custodia da noi, qualora non dovessero esserci ulteriori possibilità di collocamento presso altre strutture italiane o europee che già ospitano la specie».

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ETÀ AVANZATA
Saylor è arrivato nel capoluogo partenopeo una settimana fa. Si è sottoposto a quelle che si possono definire “lezioni di nuoto”, e adesso è tornato a nuotare: pare non voglia più smetterla, nonostante l’età avanzata. Ma - come detto- è ormai perlomeno possibile che il grande leone marino possa passare gli anni che gli restano da vivere (e nuotare) assistito dalle cure di personale che sarà attento alle sue vere esigenze. Peraltro, lo zoo di Napoli è senza dubbio struttura idonea alla cura di specie selvatiche e in grado di ospitare Saylor, garantendogli adeguati standard di benessere che finalmente tengano conto delle sue naturali caratteristiche etologiche. E quel maledetto furgone? Finita, la galera è finita, per Saylor. La morale trovatela voi. Lui adesso è occupato. A stare bene.