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Grazia Berlusconi, Dell'Utri frena: "Non so un c...". Ma il Cav ce l'avrebbe con Ghedini

Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri

Giulio Bucchi
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Cronaca di un venerdì sera turbolento. Marcello Dell'Utri, ospite di Nicola Porro a Virus su Raidue, lancia il sasso: "La grazia per Silvio Berlusconi l'hanno chiesta tutti e 5 i suoi figli, insieme". Passa qualche minuto e l'avvocato del Cavaliere, Niccolò Ghedini, fa sapere che è tutto falso: "La grazia non l'abbiamo chiesta e non la chiederemo mai". E sabato mattina, all'HuffingtonPost, è lo stesso Dell'Utri a ritrattare, in modo colorito: "Io della grazia non so un c…o. Non ho detto niente di che. A domanda di Porro sulla grazia, dopo un servizio, ho risposto che non lo so se è stata presentata. Quando mi hanno chiesto se è stata firmata da alcuni dei figli ho risposto: sarà firmata da tutti non da alcuni, immagino. E' un discorso generico. Mi sono limitato a rispondere alle domande di Porro. Non ho detto: so che è successo o non è successo o che succederà questo. Non gioco su queste cose". La strategia di Silvio - Bene, lo scivolone parrebbe quello dell'ex senatore Pdl nonché storico collaboratore di Berlusconi. Eppure, il Cavaliere sarebbe arrabbiato non con lui, colpevole di parole un po' troppo leggere, ma con Ghedini. Lui sì troppo precipitoso nel chiudere la pratica-grazia con quel lapidario "mai". E' la lettura che dà alla vicenda Alessandro De Angelis per l'Huffington, secondo cui il Cav sta continuando la sua trattativa silenziosa e "scacchistica" con il Quirinale. Le parole di Dell'Utri, dunque, sarebbero state un altro abboccamento al Colle, un messaggio da Arcore. E la stessa mancata smentita da parte dei figli di Berlusconi andrebbe in questa direzione. Ecco perché l'incauto "mai" lanciato dal falco Ghedini rappresenterebbe una forzatur maldigerita dal Cavaliere, che mai come in questa partita vuole tenere un profilo basso. Da colomba.

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